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Riceviamo e pubblichiamo la nota del Coordinamento Provinciale di Libera Benevento in occasione dell’anniversario del 23 Novembre 1980: terremoto in Irpinia.

La nota – Oggi 23 Novembre i nostri ricordi vanno a quel 23 Novembre del 1980, quando la terra tremò in Irpinia distruggendo edifici, causando tantissimi morti e sconfinato dolore. Comunità lacerante, distrutte negli affetti e nella dimensione urbana e comunitaria.
Ma sappiamo anche e qui i ricordi diventano memoria, che mentre la terra tremava e le persone morivano, la camorra già fiutava il grande affare della ricostruzione.
Fu così, avvenne il così detto “salto di qualità” di una camorra che divenne imprenditrice, capace di tessere relazioni con quella parte politica corrotta ed imprenditoria disponibile al malaffare.
Ci fu anche chi si oppose, pagando con la vita, come il Sindaco di Pagani Marcello Torre ed il nostro conterraneo Angelo Mario Biscardi, vice sindaco ed assessore ai lavori pubblici presso il comune di Sant’Agata de Goti.
Entrambi uccisi perché pietra d’inciampo per coloro che volevano gestire in modo illegale i fondi destinati per la ricostruzione post terremoto.
Fa davvero male alle coscienze civiche vedere che a distanza di oltre quarant’anni la corruzione, il malaffare, gli intrecci tra malavita organizzata, politici, imprenditori corrotti e spesso anche con il sodalizio delle massonerie deviate, sia diventato sempre più solido e sistematico a tal punto da considerarlo “normale“. Fa male vedere che in questi anni si sia maggiormente consolidata la cultura della “normalizzazione” rispetto all’esigenza di creare argini culturali e politici. Non bisogna mai generalizzare, bisogna sempre “distinguere per non confondere”, ma è sotto l’evidenza di tutti, come la cultura del malaffare e del compromesso sia dilagata in modo esponenziale.
Abbiamo il dovere di sentire ancora forte e dirompente il grido “Fate Presto” dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini quando venne in Irpinia. Quel “Fate Presto” tuona anche oggi nel nostro Paese, richiamandoci all’urgenza di “mettere in sicurezza” i fondi del PNRR dal fondato rischio di infiltrazioni malavitose ma anche dalla corruzione della cattiva gestione pubblica. Ma quel “Fate Presto” oggi più che mai dobbiamo leggerlo come monito anche per il territorio Sannita sempre più spesso teatro di pratiche di cattiva gestione della cosa pubblica con intrecci della così detta “zona grigia“. Occorre un salto di qualità nella selezione della classe dirigente dei partiti, bisogna avere la forza di prendere le distanze politiche dalla corruzione e dal malaffare e non rifugiarsi pavidamente dietro la fiducia dell’operato della magistratura. Dobbiamo educarci alla responsabilità del voto, Paolo Borsellino diceva “che la vera rivoluzione la si fa con la matita, con quella matita che ci viene consegnata quando andiamo ad esercitare il diritto più bello: quello del voto”, ma ci permettiamo di aggiungere, non sempre libero!!!
Dobbiamo considerare la scheda elettorale come se fosse “un biglietto d’amore“ come ci hanno insegnato i tanti politici che hanno pagato con la vita per essere stati fedeli ai valori della Carta Costituzionale, come il nostro concittadino Raffaele Delcogliano con il suo amico Aldo Iermano.
“Facciamo presto”, restituiamo alle comunità i beni confiscati alla criminalità organizzata, non lasciamo dilagare il gioco d’azzardo che a sua volta alimenta l’usura e la prostituzione. Ricominciamo a parlare di droga e di droghe.
Facciamo presto, “siamo in ritardo, ma siamo ancora in tempo. Se ognuno di noi farà la sua parte faremo una memoria responsabile di tutte le vittime innocenti delle mafie e della corruzione e del malaffare e potremo andare incontro alla primavera!”.