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Benevento – Stravagante, ironico, accentratore. Maurizio Mattioli guadagna l’ingresso del teatro San Marco con andatura blanda, indossando un paio di occhiali da sole e un foulard. E’ a Città Spettacolo per presentare un film mai uscito nelle sale, ruolo insolito per chi invece al botteghino è abituato a sbancare. Lo si ricorda nelle vesti di tifoso della Roma in diversi film dei fratelli Vanzina, con quell’accento “un po’ così” a caratterizzare un personaggio amatissimo dal pubblico.

“Il Tramite” sarebbe dovuto uscire nel 2003 ma non ha mai trovato spazio a causa del tema trattato, ritenuto scomodo ancora oggi. Il traffico di esseri umani, soprattutto minori, risulta un tabù per la grande produzione, ragion per cui in pochi hanno potuto assaporare il Mattioli in salsa drammatica: “Un peccato, perché Stefano (Reali, il regista ndr.) ha buttato via un pezzo di vita per girarlo. E’ uscito un buon prodotto, frutto delle nostre fatiche, ma ha avuto poco risalto”, esordisce l’attore. “la rassegna Pellicole nel Cassetto è una bella iniziativa, ma ogni attore e regista preferirebbe non esistesse perché significherebbe che tutte le pellicole prodotte hanno poi raggiunto le sale cinematografiche. Purtroppo non è così, e tanti lavori non arrivano mai al pubblico e questo è un bel problema per chi vi ha lavorato”. 

La chiacchierata con i giornalisti anticipa l’effettiva proiezione e conferma la vena sarcastica di Mattioli: “Un film a Benevento? Ma magari, anche due. Certo che mi piacerebbe. Anche la squadra di calcio mi è simpatica, ha dei colori che mi ricordano tanto quelli della mia amata Roma. La partita con il Benevento dello scorso anno non sono venuto a vederla, magari in futuro ricapiterà occasione perché venire qui è sempre un piacere”, dice glissando leggermente sulla domanda riguardante i progetti futuri: “Il più bel film che ho fatto è quello che deve ancora arrivare; –  ammette diplomaticamente –  questo lavoro vive di attese, l’importante è che tra un film e l’altro non passi troppo tempo”. 

Trai vari argomenti c’è spazio per l’elogio alla struttura che lo ospita: “Questa sala è uno spettacolo, posti così sono sempre più rari. E’ strano che non sia stata sostituita da un supermercato, solitamente accade questo. Tenetevi stretto il San Marco che è davvero bello a vedersi, ha il fascino di un tempo. Di quelle cose che non ci sono più”. E a proposito di situazioni legate al cinema, quello attuale secondo Mattioli non è da condannare: “Gli attori italiani sono bravi, la nostra scuola è forte perché annovera talenti che amano il proprio lavoro. Questo è stato sempre un fattore importante, ci ha permesso di primeggiare. L’ingrediente principale di una buona produzione? La chiave è nella scrittura, bisogna affidarsi ad autori che sappiano scrivere storie. Uno ce l’ho accanto a me, è Stefano Reali”. 

Il regista de “Il Tramite” ricambia il complimento: “Il segreto artistico di Maurizio è che qualsiasi ruolo lui faccia, finisci per essere dalla sua parte. Ha quella vena coinvolgente che si intravede anche ne “Il Tramite”, film in cui svolge un ruolo drammatico. Ha stupito tutti quelli che lo hanno visto, perché ci restituisce una versione di Mattioli inedita, solitamente soppiantata dal ruolo ironico che lo ha reso celebre al grande pubblico e amato in ogni dove”.