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Benevento – Il tavolo verde non sarà quello di un rinomato casinò ma il prato del Ciro Vigorito. E’ lì che Roberto De Zerbi domenica pomeriggio si giocherà in qualche modo la partita più importante sperando di uscirne vincitore. E’ pronto a rischiare tutte le sue fiches, a compiere il classico “all in” comune ai giocatori di poker più avventurosi. Nel caso del tecnico bresciano, a dire il vero, si tratta più di una necessità. Gli sforzi operati sul mercato di gennaio dal presidente Oreste Vigorito sono stati ingenti, ma ora viene il difficile: gli va dato un senso. E il senso, nell’immediato, non può evidentemente essere la salvezza ma quantomeno una scintilla che lasci in dote un filo di speranza. E’ di quella che vive l’ambiente giallorosso in attesa del Crotone, bestia nera da tempi ormai lontani. Tre dei play off persi sono macchiati da rivendicazioni di colore rossoblu, due finali e una semifinale. L’ennesima beffa i pitagorici vorrebbero infliggerla tra qualche ora confermandosi l’incubo peggiore di chi vive in riva al Sabato. Una minaccia, questa, che va scongiurata con la forza delle idee ed un pizzico di cattiveria in più rispetto a quanto visto con Napoli e Roma. Una Strega bella a metà, in quei casi, ma lontana dall’essere vincente perché discontinua. 

Ed eccolo qui, dunque, De Zerbi. Eccolo provare a dare un senso alle cose nel momento di massima tensione. Perché come la giri giri, se vuoi restare in serie A quella di domenica è un po’ la partita della vita. Non c’entrano la stampa, l’ambiente e la pressione. A dirlo è la classifica che parla di un -14 tutt’altro che leggero, abbinato a un calendario sempre più risicato man mano che il tempo passa. E con il girare delle lancette si moltiplicano anche gli interrogativi sulla formazione. Perché sì, undici giocatori andranno pur sempre schierati sperando di trovare la miscela giusta. Le domande più frequenti non varrebbe neanche la pena ricordarle: difesa a tre o a quattro? Chi giocherà accanto a Sandro? Tornerà la punta centrale o Guilherme sarà nuovamente “falso nove”?. La sensazione – perché di questo si tratta – è che De Zerbi si sia tenuto in serbo la “formazione tipo” proprio per la sfida ai pitagorici, evitando di scoprire le carte negli appuntamenti con le big. A imporgli dei paletti al momento è l’infermeria, con Cataldi e D’Alessandro difficilmente arruolabili. E Sagna ansioso di dire la sua per qualcosa in più di quei dodici minuti in penombra nella notte dell’Olimpico. Una notte alla quale Diabaté non prese neanche parte. Il suo momento potrebbe arrivare domenica, magari nel secondo tempo dopo una staffetta con Coda. Sì, l’ultima fiche potrebbe aver stampato sopra proprio il suo volto. O magari quello di Iemmello, chissà. Perchè un mistero tira l’altro, e al tavolo verde il bluff è all’ordine del giorno.