- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento – Gara di andata, un’uscita avventata e il destino cambiò. Quando Lorenzo Montipò travolse il romanista Pedro a venticinque minuti dal termine non poteva sapere di aver fornito involontariamente anche un input al suo allenatore. Il Benevento, fino a quel momento in partita e addirittura vicino al vantaggio, fu tradito dalla sua sfrontatezza. Il penalty fu poi trasformato da Veretout, che sciolse le briglie alla goleada capitolina. 

Quel match è ricordato perché segnò una svolta nella mentalità dei sanniti, che nelle precedenti tre uscite contro Sampdoria, Inter e Bologna avevano deciso di giocarsela a viso aperto senza fare barricate, approcciando dunque allo stesso modo il l’appuntamento dell’Olimpico. Una volta raggiunto il 2-2 con Lapadula, Superpippo si lasciò cullare dal sogno di portare a casa l’intera posta non dando peso alla vocina che gli consigliava un atteggiamento remissivo da adottare nel finale, strada più agevole verso la conquista di un punto d’oro. 

Il tutto divenne argomento di dibattito del giorno dopo, quando l’azzardo ‘senza jackpot’ si guadagnò un posto di rilievo nelle rubriche di opinione. Non solo, il 5-2 finale aveva restituito una dimensione opposta rispetto a quanto visto in campo: troppo esaltante per la squadra di Fonseca, demotivante per Schiattarella e compagni. La scelta di pensare a un cambio di rotta nella gestione della palla e della partita non può che essere nata da quella notte.

I successivi impegni, d’altronde, non hanno fatto altro che confermarlo. Già contro il Napoli i giallorossi mostrarono maggiore accortezza, almeno nelle intenzioni, subito dopo il vantaggio iniziale di Insigne. Poi, al netto del passaggio a vuoto con lo Spezia, è stato un crescendo per la classe operaia, che attraverso il lavoro di squadra ha trovato consapevolezza nella sua solidità.

A un girone di distanza rieccoci qui. Contro la Roma, che con le piccole non ha mai steccato, servirà lo spirito forgiato proprio quella notte che sembra rievocare un passato assai lontano. Sugli spalti c’erano (ancora) mille spettatori e in concomitanza con la fine del primo tempo, rispettando un tempismo che ancora suscita meraviglia, Giuseppe Conte parlava agli italiani annunciando i dettagli di un altro dpcm. Ora quel premier non c’è più, né ci saranno tifosi ad assistere alla partita. E anche il Benevento ha avuto modo di cambiare. Se in meglio o in peggio lo dirà solo il campo.