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Sant’Agata dei Goti –  Il Tribunale di Benevento nella giornata di ieri ha condannato l’Asl/BN 1 a risarcire un 53enne di Limatola che nel 2010 si era sottoposto ad un piccolo intervento chirurgico presso l’ospedale di Sant’Agata dei Goti.  L’uomo era stato contagiato dal virus dall’epatite C nella sala operatoria al dell’Ospedale Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Sant’Agata dei Goti.

La sentenza  è stata notificata all’avvocato Renato Mattarelli che ha assistito l’uomo dal febbraio 2013.
Il Tribunale di Benevento ha accolto la tesi del difensore dell’uomo che ha visto stravolgere la sua vita e quella della sua famiglia costretta a condividere con lui le paure del rischio di contagio da familiare a familiare.
L’uomo era entrato e rimasto in ospedale per una settimana per la rimozione chirurgica di un banale problema e si ritrovato contagiato da uno dei più pericolosi virus che come quello dell’epatite C.
L’avvocato Renato Mattarelli ha sottoposto al Tribunale la semplice considerazione che al momento del ricovero il paziente non era affetto da HCV e che solo sei mesi dopo il ricovero all’ospedale de’ Liguori era poi risultato positivo al test del virus dell’epatite C.

Il Tribunale ha accertato che l’allora 46enne non si era esposto ad altre fonti di contagio come trasfusioni di sangue, emodialiasi, tatuaggi, body piercing, altri interventi chirurgici, cure dentarie, omosessualità, scambio di siringhe tra tossisco dipendenti ecc.

La sentenza del Tribunale di Benevento, dopo aver affermato che <<…la diligente sterilizzazione dell’ambiente ospedaliero, della sala operatoria, dei luoghi di degenza e delle attrezzature costituisce, obbligo, precipuo della casa di cura obbligata in virtù del deferito contratto di spedalità, ad offrire ambienti salubri ed attrezzature conformi ai parametri della scienza e della tecnica medica…>> ha dichiarato la responsabilità dell’Asl Benevento 1 nella sua funzione di vertice e gestione dell’ospedale di Sant’Agata dei Goti, per non aver evitato il prevedibile contagio derivante, con elevata probabilità, dalla mancata sterilizzazione degli strumenti cui è entrato in contatto il paziente.

Il Tribunale ha riconosciuto all’uomo un risarcimento che fra capitale, rivalutazione ed interessi ammonta ad oggi a circa 42mila euro. Tuttavia, l’avvocato Renato Mattarelli, non esclude di fare appello alla sentenza nella parte in cui non riconosce una quantificazione maggiore del danno subito dall’uomo che dopo aver saputo di essere stato contagiato esce raramente da casa, ha cambiato il suo stile di vita ed è caduto in una depressione reattiva alla consapevole della grave infezione e di essere (oltre che un contagiato) un potenziale soggetto capace di contagiare a sua volta altre persone.