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Nessuna fumata bianca da Roma. Anzi, se possibile, la frattura sul Piano Periferie tra il Governo e l’Anci si acuisce. E non di poco. Finisce con una conferenza stampa infuocata l’audizione a Roma, in sede di commissione Bilancio alla Camera, dei rappresentanti dell’Anci.

Sul tavolo, le questioni relative al Milleproroghe, atteso a Montecitorio per la definitiva conversione in legge, e in particolare lo stop al Piano Periferie contenuto nel decreto.

Secondo noi la norma del decreto presenta profili di illegittimità e viola gli obblighi convenzionali. Se dunque la Camera non la cancellerà, siamo pronti a fare ricorso al Tar e alla Corte costituzionale, e se sarà necessario tutti i sindaci sono disponibili a sfilare davanti a Montecitorio con le fasce tricolori e con rappresentanze dei 20 milioni di cittadini che abitano nei Comuni
coinvolti” – ha spiegato Antonio Decaro, presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani.

Il governo – ha aggiunto ancora Decaro – ha detto che la motivazione della sospensione delle 96 convenzioni era dovuta alla sentenza 74/2018 della Corte Costituzionale, che stabiliva la necessità dell’intesa degli enti locali sui decreti attuativi del Fondo investimenti, comma 140 legge di Bilancio 2017. Ebbene: 1) non è detto che la riqualificazione delle periferie sia materia concorrente; 2) il bando del 2017 è stato approvato previa intesa in Conferenza unificata; 3) la sentenza avrebbe comunque effetto solo su 800 milioni su 1.600 di finanziamenti; 4) se nonostante tutto il Dpcm 2017 per gli 800 milioni si ritiene non valido, basta ritornare in Unificata per l’intesa, come il governo Conte ha fatto per “sanare” la procedura di altri decreti attuativi del Fondo investimenti, come quello su Tpl e metropolitane. Potremmo farlo già giovedì prossimo”.

Quanto ai numeri, l’Anci ha ribadito che sono saltati i fondi per 96 beneficiari. “Che non sono 96 Comuni. I fondi sono 1,6 miliardi, e i beneficiari sono 326 Comuni, tra cui 87 Comuni capoluogo e 9 Città metropolitane. Una popolazione di quasi 20 milioni di abitanti. Gli 1,6 miliardi, siccome erano previsti cofinanziamenti pubblici, europei e di privati, in realtà sono 2,7 miliardi”.

Per Benevento, ricordiamolo, il Piano prevedeva (leggi qui) un investimento pubblico di 18 milioni di euro. Un tesoretto al quale andrebbero ad aggiungersi ulteriori risorse messe a disposizione dei privati per una cifra complessiva di 30 milioni di euro.