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Un sindaco agli arresti domiciliari, un imprenditore in carcere e un vigile urbano all’obbligo di firma: è il bilancio di un’indagine dei carabinieri nel Beneventano, coordinata dal Procuratore della Repubblica Aldo Policastro.
In manette è finito Nicola Panella, 59 anni di Montesarchio, mentre gli arresti in casa sono stati applicati a Gennaro Caporaso, 47 anni, sindaco di Tocco Caudio. Obbligo di firma, invece, per un agente della polizia municipale.
Le ipotesi di reato contestate a vario titolo vanno dalla turbata libertà degli incanti al trasferimento fraudolento di valori.
A carico del sindaco, scrive il procuratore Policastro in una nota, vi sono “significativi e convergenti elementi indiziari” riguardo alla “sistematica attuazione di un personale modus operandi volto a turbare la regolarità di alcune procedure pubbliche del Comune”. A cominciare da una gara d’appalto relativa ai lavori di messa in sicurezza e di sistemazione idraulico-forestale di una strada, resa possibile – sostiene la procura – grazie alla collusione tra il sindaco e un vigile urbano (membro della commissione di gara) che consentiva di individuare a monte l’impresa aggiudicataria. Il titolare della ditta sarebbe stato legato al primo cittadino da un “rapporto di asservimento”, tanto che durante il periodo di pubblicazione del bando e prima dell’aggiudicazione, il sindaco gli avrebbe commissionato informalmente piccoli lavori di manutenzione stradale “per accontentare il proprio elettorato e che l’imprenditore eseguiva a titolo di favore”.

Al sindaco viene anche contestata la turbativa di una gara relativa all’affidamento del servizio di “accoglienza integrata per i minori stranieri non accompagnati“, avendo promosso la costituzione di una associazione temporanea di imprese alla quale far vincere l’appalto, cosa che non è avvenuta solo “per una difficoltà tecnica”.
E “gravi indizi” sono stati raccolti a suo carico anche nella turbativa dell’affidamento del servizio di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani del Comune, affidata a marzo 2022 all’impresa che risultava già affidataria del servizio, “in violazione del principio di rotazione” e proprio per un periodo di due anni, coincidenti con il termine del mandato del sindaco.
Indagato il legale rappresentante dell’impresa aggiudicataria, già sottoposta a sequestro preventivo e amministrazione giudiziaria in un altro procedimento: per ottenere l’aggiudicazione avrebbe omesso di indicare questa condizione della società nella domanda di partecipazione alla gara.
L’imprenditore “reale dominus” della società aggiudicataria è stato arrestato: a suo carico anche il trasferimento fraudolento di valori. La società è stata sequestrata, compresi gli asset aziendali, i beni strumentali, i beni mobili e gli immobili ad essa intestati.

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