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Cinque Pro loco della Valle Telesina si uniscono per far rete e per promuovere un nuovo modello di un’agricoltura sostenibile con il progetto “AgriAmores”. Con il Progetto “AgriAmores” le Pro Loco di Paupisi (soggetto Capofila del partenariato), Solopaca, Frasso Telesino, Melizzano ed Amorosi, da sempre attive per la valorizzazione dei territori, confermano di essere in grado di proporre modelli di fruizione intelligenti, sostenibili e innovativi, di fare rete e di saper sfruttare tutte le potenzialità che le nuove tecnologie di comunicazione mettono a disposizione. Vivere il territorio, saper cogliere tutti gli aspetti dei nostri paesi, da quelli agricoli e naturalistici a quelli culturali, sino a quelli enogastronomici: è questa la filosofia di ‘AgriAmores’.

“L’idea progettuale proposta dal partenariato – afferma Dario Orsillo, Presidente della Pro Loco di Paupisi – trova fondamento nella possibilità di realizzare un grande contenitore in grado di poter raccogliere il lavoro di ricerca, studio e reperimento di informazioni realizzato negli anni dalle Pro Loco coinvolte e che potrà trovare, certamente, nuovo impulso grazie al contributo dell’agevolazione prevista dalla misura della Giunta regionale Campania n. 551 del 25 ottobre 2022 a favore di organizzazioni di Volontariato, di Associazioni Aps e fondazioni per la promozione e il sostegno di iniziative e progetti di rilevanza locale. Nella pratica – spiega Orsillo – si procederà a dare forma ai contenuti mettendo nero su bianco il racconto e la narrazione di una storia legata alla tradizione contadina che con il tempo ha plasmato i territori sia dal punto di vista antropico che morfologico dello stesso territorio e che oggi guarda con attenzione ai principi alla base dell’agricoltura sostenibile che si concretizza mediante produzioni che continuano a caratterizzare l’enogastronomia locale, fonte di ispirazione anche per tante e numerose rassegne e kermesse dedicate ai prodotti tipici organizzate e dirette dalle Pro Loco. Risulterà fondamentale il tanto coinvolgimento dei produttori e degli agricoltori operanti nei 5 Comuni, tanto della comunità nella sua interezza, dai bambini, attraverso le scuole, agli anziani, soprattutto, al pari di un perfetto passaggio del testimone, di generazione in generazione, per tramandare il sapere e i saperi di una cultura che rischia di essere collocata, con il passare del tempo e alle condizioni di contesto precedentemente descritte, nei meandri della memoria”.

Orsillo snocciola alcuni esempi: “Ad oggi, tutti i Comuni oggetto della proposta progettuale condividono la medesima vocazione agricola con un minimo comune denominatore segnato dalle produzioni olivicole e vitivinicole. Al di là dei piccoli produttori o delle grandi cooperative che producono ed etichettano vanno annoverate le centinaia, se non migliaia di piccole produzioni ad uso familiare che rappresentano un patrimonio particolarmente significativo che merita di poter entrare in una narrazione ed uno storytelling legato ai territori. Lo stesso dicasi per altre produzioni di ortaggi, alberi da frutto, grano, cereali, legumi, erbe medicali che il più delle volte danno vita ad una filiera molto più che corta imputabile tanto all’utilizzo del nucleo familiare allargato che al sostegno di un indotto del settore primario quali agricoltura ed allevamento. Appare evidente come tale azione irrimediabilmente legata alla conservazione e divulgazione dovrà presentarsi quanto più condivisa possibile al fine di poter proporre e realizzare un racconto familiare ma allo stesso tempo di comunità. L’esposizione – afferma ancora Orsillo – potrà presentarsi sotto forma di reportage fotografico, mediante delle brevi clip video e dei contenuti scritti che andranno ad animare la piattaforma web ottimizzata per smartphone. Le varie sezioni avranno contenuti dedicati all’origine delle tradizioni, dei riti e delle ritualità, alle produzioni agricole sostenibili e resistenti del territorio, alla storia delle comunità, ai percorsi naturalistici oltre alle informazioni di servizio sui servizi presenti nei 5 comuni oggetto della proposta con l’aggiunta della Pro Loco di San Lupo che agirà quale ente collaboratore in virtù della tematizzazione legata al culto pagano delle Janare e ad una produzione resistente come il fagiolo della regina. Ma dalla piattaforma web alla realtà il passo è breve ed ecco allora che le Pro Loco saranno impegnate sui rispettivi territori, con il medesimo format, in attività laboratoriali, workshop, momenti di confronto, divulgazione e approfondimento nonché degustazioni che coinvolgeranno i target e gli stakeholder precedentemente indicati. Evidenti appaiono anche le possibili iniziative collaterali che potranno generarsi per il tramite dei soggetti privati quali ad esempio visite e percorsi esperienziali nei campi, in cantina, in cucina o in bottega. Al di là degli obiettivi espressi di tutela e conservazione si sottolinea come, in un’ottica dell’ampliamento e promozione dell’offerta turistica, la platea di riferimento potrà essere rappresentata dalla popolazione regionale ed in particolare al segmento di turismo slow ed esperienziale”. Conclude il presidente Dario Orsillo: “Voglio ringraziare di vero cuore, a nome di tutte e cinque le pro loco coinvolte, in primis la società di consulenza Sef per l’assistenza e il supporto dato alla redazione del progetto presentato lo scorso 9 giugno, poi la Pro Loco di San Lupo per il valore aggiunto che darà all’idea progettuale, il Parco Regionale Taburno Camposauro nella persona del presidente Costantino Caturano e i vari comuni collaboratori del progetto per aver sostenuto e supportato sin da subito l’idea progettuale e infine tutti coloro che daranno il loro contributo affinché il progetto possa contribuire a valorizzare il nostro territorio. Ora attendiamo, fiduciosi, l’approvazione del progetto da parte della Regione Campania”.