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Aria pulita cercasi. E’ sempre emergenza smog in Italia. A certificarlo è Legambiente che ha presentato oggi il suo report annuale. E c’è poco da discutere: i dati di ‘Mal’aria’ bocciano, sostanzialmente, tutta l’Italia. Nessuno dei 102 capoluoghi di provincia analizzati, infatti, rispetta tutti i valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per i tre principali inquinanti che sono le polveri sottili (PM10 e PM2.5) e gli ossidi di azoto – in particolar modo il biossido di azoto (NO2).

Un quadro preoccupante che riguarda, ovviamente, anche la città di Benevento.

PM10: Il quadro di riferimento e Benevento

Per il PM10, evidenzia Legambiente, le città dovranno ridurre le concentrazioni mediamente del 33% per poter rientrare nei prossimi anni nei limiti più stringenti dell’OMS.

Le città più distanti dall’obiettivo sono Alessandria (media annuale 33 µg/mc rispetto al limite OMS di 15 µg/mc); Milano (32 µg/mc), Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino (31 µg/mc), che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 50%. Situazioni difficili e obiettivo lontano anche per Asti, Avellino, Cremona, Padova, Piacenza, Reggio Emilia, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza (30 µg/mc). Delle 102 città analizzate per le quali è disponibile il dato, solo 5 al momento rientrano nei parametri fissati dall’OMS.

Tra queste non figura Benevento dove la media annuale è di 25 µg/mc. Comunque la più bassa in Campania: Avellino (30), Caserta (27), Napoli (27), Salerno. Per rientrare nei parametri indicati dall’Oms, Benevento dovrebbe ridurre la concentrazione PM10 del 40%.

PM2,5: il quadro di riferimento e Benevento

Per il PM2.5, la parte più fina delle polveri sottili e quella che desta maggiori preoccupazioni dal punto di vista della salute, l’obiettivo di riduzione delle concentrazioni a livello nazionale è addirittura del 61%. Le criticità maggiori si presentano a Cremona e Venezia (media annuale 24 µg/mc quasi 5 volte il limite OMS di 5 µg/mc) che dovranno ridurre le concentrazioni del 79%, seguite da Vicenza (22 µg/mc), Piacenza, Padova, Milano (21 µg/ mc), Asti, Alessandria, Verona, Torino e Treviso (20 µg/mc) che dovranno ridurre le loro concentrazioni per più del 75%. Delle 102 città analizzate per le quali è disponibile il dato, nessuna al momento rientra nei parametri fissati dall’OMS.

E’ questo il parametro dove Benevento fa registrare il risultato peggiore, con una media annuale di 14 µg/mc. Per restare in Campania, peggio fanno la solita Avellino e Napoli (16). Meglio va a Caserta e Salerno (12). Rientrare nei limiti non sarà semplice considerato che sarebbe necessario ridurre la concentrazione di PM2,5 addirittura del 63% (la media nazionale è 61%).

NO2: il quadro di riferimento e Benevento

Per l’NO2 l’obiettivo deve essere del 52%, con le criticità maggiori registrate a Milano (media annuale 39 µg/mc contro un valore OMS di 10 µg/mc) e Torino (37 µg/mc) che dovranno ridurre le concentrazioni rispettivamente del 74% e 73%; seguite da Palermo e Como (36 µg/ mc), Bergamo (35 µg/mc), Trento e Teramo (34 µg/mc), Monza e Roma (33 µg/mc), Napoli e Bolzano (32 µg/mc), Firenze e Pavia (31 µg/mc) che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 68%. Delle 102 città analizzate per le quali è disponibile il dato, solo 5 al momento rientrano nei parametri fissati dall’OMS.

Anche qui tra le pochissime città virtuose non rientra purtroppo Benevento che ha fatto registrare nel 2021 una media di concentrazioni pari a 17 µg/mc (la stessa di Avellino). Qui cresce – in positivo – il gap con le altre realtà campane. Detto di Napoli, tra le peggiori in Italia, sono messe peggio anche Salerno (20) e Caserta (19). La riduzione di biossido di azoto richiesta è del 39%.