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Attonita e amareggiata per l’inspiegabile, immotivato e diffamatorio attacco”. Così la direzione generale del Rummo ha accolto le parole di Cristiano Huscher che dalle pagine de ‘La Repubblica’, intervistato da Giuseppe Del Bello, il 17 maggio scorso dedicava parole di fuoco alla dirigenza e all’organizzazione dell’ospedale beneventano.

Sempre attraverso il quotidiano romano, il direttore generale del Rummo Renato Pizzuti ha replicato al chirurgo di Bergamo, fino a sole poche settimane direttore del reparto di Chirurgia Oncologica del nosocomio di via Pacevecchia.

L’azienda – scrive Pizzuti – è rimasta sorpresa e sconcertata perché a tutte le richieste del direttore dell’Uoc Chirurgia Oncologica ha sempre corrisposto in maniera computa e tempestiva”.

Anche quando si sono verificati occasionali disservizi nella disponibilità di alcune apparecchiature a causa di guasti (fenomeno peraltro non insolito in grandi strutture sanitarie dove afferiscono ogni anno migliaia di pazienti), – prosegue – l’amministrazione si è sempre attivata con celerità per la risoluzione della problematica, sia predisponendo quanto necessario attraverso il servizio di Ingegneria Clinica per la riparazione o la sostituzione degli apparati, sia riorganizzando i percorsi assistenziali interni o esterni, stipulando apposite convenzioni con strutture vicine, al fine di garantire in tempi consoni l’erogazione del servizio”.

Per il direttore generale del Rummo, dunque, “appaiono, pertanto, privi di riscontro i ritardi nell’esecuzione di esami Tac, come pure la presunta sospensione di attività operatorie, riconducibili a carenze di farmaci. Presidi elettromedicali o tecnologie, rappresentati nell’intervista, ma che non trovano riscontro in alcun documento, né fatti oggetto di segnalazione a questa Direzione generale o di richieste alle Unità di Ingegneria Clinica o di Farmacia”.

Sottolineato poi che nel 2017 l’Uoe di Chirurgia Oncologica è stata la settima – su 40 unità – per investimenti in farmaci e presidi medici, Renato Pizzuti bolla come “falsa e tendenziosa” anche l’affermazione di Huscher secondo cui una lunga lista d’attesa non consentiva interventi per patologie tumorali entro trenta giorni dalla diagnosi: “Dagli atti risulta che la maggior parte dei casi rispetta la tempistica di convocazione prevista dalla rispettiva classe di priorità, compresi quelli relativi ai pazienti oncologici in attesa di intervento chirurgico”.

Non veritiero”, inoltre, il rifiuto del dono di un robot, “poiché la proposta avanzata da una società non risultava affatto a titolo gratuito”.

Strana” e “senza giustificazioni”, infine, l’accusa lanciata da Huscher su malati di cancro operati da colleghi con poca esperienza. “Senza voler rilevare una probabile lesione ai principi di etica professionale, per il rispetto dovuto alla competenza dell’Ordine dei medici, – prosegue Pizzuti – non si può non sottolineare che l’organizzazione della Divisione di Chirurgia Oncologica spettava proprio al dottor Huscher, quale direttore della medesima Unità operativa”.

Alla luce di quanto esposto, il manager del Rummo dichiara incomprensibili “le ingiuriose affermazioni del sanitario e l’attacco tanto ostile e inusitato nei confronti di un’Azienda che lo ha ospitato per buona parte della sua vita professionale”.

Tra le possibili spiegazioni dell’affondo di Huscher, allora, Pizzuti ne individua una in particolare: la procedura disciplinare aperta nei suoi riguardi – e ora archiviata per le sue dimissioni – in ragione della contestazione sopra le righe per l’istituzione del Polo Oncologico di alta specializzazione presso il ‘Sant’Alfonso Maria de’ Liguori’ di Sant’Agata de’ Goti.

Sullo stesso tema leggi anche l’intervento di Nicola Boccalone, direttore generale del Rummo dal 2011 al 2014