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Benevento – “Dopo l’ingresso di Schiattarella è cambiata la partita”. A inizio settimana negli spazi di discussione, davanti ai bar o nel consueto scambio d’opinioni tra amici, si era fatta strada un’idea. Quando Cannavaro ha rivoltato il Benevento come un calzino, tra il primo e il secondo tempo della partita contro l’Ascoli, qualcosa è cambiato non solo nell’atteggiamento, ma anche nel palleggio. Vero che assieme al centrocampista napoletano erano entrati in campo anche Simy e Farias – con conseguente scivolamento di Improta sulla fascia destra – ma è parso evidente che alla Strega un regista puro servisse come il pane.

La domanda, simile al dilemma dell’uovo e della gallina, è stata trasferita su Cannavaro: a lui il merito di effettuare i cambi giusti o il demerito di aver sbagliato la formazione iniziale? Inutile arrovellarsi troppo in discussioni, la certezza è che il secondo tempo dei giallorossi ha lasciato emergere un pizzico di qualità in più. Anche sulle palle vaganti, nei contrasti e nella voglia di lottare per il compagno, si è vista l’impronta inconfondibile di Schiattarella. In attesa di Viviani, di sicuro assente anche contro il Sudtirol, il sentore è che in cabina di regia non si possa fare a meno del trentacinquenne di Mugnano. 

Persino i dissidi con la piazza sembrano alle spalle. Sono stati tanti i tifosi che hanno salutato il metronomo con applausi e parole d’incitamento, dimenticando (forse definitivamente) il balordo pomeriggio del 16 maggio 2021. Era il giorno di Benevento-Crotone, gara decisiva per la permanenza in A giocata a porte chiuse come imponeva il periodo. La sua frustrazione, dovuta al momento negativo in cui era invischiata la squadra, si tradusse in qualche parola di troppo spesa nei confronti dei compagni. Da casa, complice il silenzio di uno stadio Vigorito deserto, quelle parole arrivarono tutte. Qualcuno non la prese bene, ci fu una contestazione diretta davanti ai cancelli resa peraltro più aspra dalla beffa targata Simy. Da quell’1-1 rifilato alla rivale da una squadra abbondantemente retrocessa e remissiva.

Ora che la condizione fisica sta salendo, di pari passo schizzano le quotazioni per un suo impiego da titolare contro il Sudtirol. A maggior ragione se Cannavaro dovesse optare per il 4-3-3, modulo che richiederebbe un dispendio di energie inferiore rispetto al 3-4-2-1 della prima uscita. Una scelta, dettata dalla carenza di interpreti nel reparto arretrato, che può accelerare quel processo di metamorfosi pensato dall’allenatore. Il momento resta delicato, a Bolzano sarebbe importante compiere un deciso passo avanti.

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