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L’infermeria non sembra svuotarsi ma Roberto Stellone contro il Brescia avrà perlomeno a disposizione più qualità a centrocampo. Mattia Viviani e Pasquale Schiattarella rientreranno dalla squalifica, e in particolar modo il nuovo allenatore del Benevento farebbe bene a riporre speranze sul napoletano. Lo dicono le prestazioni ma anche i numeri: con l’ex centrocampista di Parma e Spal in campo il Benevento alza sia il livello tecnico che la media punti passando da un avvilente 0,84 a partita (proiezione sull’intero torneo, 32 punti) a un più idoneo 1,22 (+0,38) che condurrebbe – se spalmato su 38 giornate – ad una salvezza tranquilla con 46 punti. 

Alzare l’asticella

Allo stato attuale la media dei giallorossi in campionato – con Schiattarella o meno – recita 0,96 punti per match, dato che non basterebbe a sforare il tetto minimo di quota 40 (continuando così il Benevento si fermerebbe a 36 punti) esponendo dunque la squadra al rischio più che serio di una retrocessione diretta. Da qui la necessità di alzare l’asticella, diktat che Roberto Stellone si è imposto già a partire dal delicato confronto diretto di sabato al Ciro Vigorito. Serviranno almeno 20 punti per assicurarsi una permanenza in B senza passare per i play out. Per farlo occorrerà tenere un ritmo che si avvicini alla media di 1,39 punti per gara registrata nella sua ultima esperienza a Reggio Calabria. 

Esce Schiattarella e il Benevento perde punti

Singolare, ma di certo non casuale, la statistica che vede protagonista proprio Schiattarella. Il regista classe ’87 di Mugnano, è bene ricordarlo, firmò con il Benevento nell’ultimo giorno del mercato estivo per rappresentare una valida alternativa in mediana, non per essere un uomo cruciale del progetto. Tuttavia, quando è lui ad abbandonare il campo, la Strega troppo spesso perde punti. E’ accaduto recentemente contro Genoa, Frosinone e Venezia (in tutti e tre i casi dopo la sostituzione sono arrivati i gol-beffa) ma era accaduto in precedenza anche contro Brescia e Ternana (in quest’ultima circostanza il Benevento era addirittura in vantaggio 2-1 al momento del cambio).

Discorso simile per il tracollo interno nel boxing day contro il Perugia – a cui Schiattarella assistette per intero dalla panchina – e per il ko con il Cosenza alla prima giornata, considerato che il regista non era stato ancora ingaggiato. Ne consegue che ben sette delle undici sconfitte sono maturate quando non era in campo, quota che sale a otto se si vuole inserire nel novero Benevento-Cagliari del girone di andata, 24 minuti che segnarono il suo rientro in campo a sette mesi dall’ultima apparizione con la maglia del Parma, peraltro con il Benevento già in svantaggio. 

Schiattarella uomo-chiave: gli unici ‘flop’

A questo punto, dati alla mano, le uniche prestazioni sottotono del regista partenopeo supportate da dati statistici restano le trasferte di Como e Reggio Calabria. Al Sinigaglia giocò per la prima volta in stagione l’intera partita arrivando al novantesimo con la spia della riserva accesa e non riuscendo a dare linfa al forcing finale: 2-1 per il lariani. Al Granillo Schiattarella si rese autore di un primo tempo evanescente, avaro di geometrie e personalità.  Cannavaro decise di variare il play dopo l’intervallo con Viviani (alla sua miglior gara stagionale) sul 2-0 per i padroni di casa. Quel cambio resta ancora oggi un’anomalia perché diede addirittura l’impulso a un’insperata rimonta (2-2).

Meritano una menzione a parte le prestazioni con Sudtirol e Palermo. A Bolzano Schiattarella subentrò ad Acampora a inizio ripresa con i giallorossi in vantaggio 1-0, ma poi arrivò il gol del definitivo pari firmato da Zaro. Contro i siciliani, invece, subentrò a uno spento Viviani quando i suoi erano già sotto a causa del gol di Brunori, giocando soltanto 29 minuti più recupero. Evidentemente troppo pochi per dare la scossa.  

 

 

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