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E’ cominciato ieri il processo che condurrà fuori da ‘Alto Calore Servizi’ i trenta comuni sanniti che oggi ne sono soci. Con voto unanime, l’assemblea di Acs ha infatti autorizzato l’amministratore unico Michelangelo Ciarcia a predisporre il progetto di scissione, esito obbligato considerate la decisione assunta da Eic e Regione di porre fine all’Ambito Distrettuale “Calore-Irpino” e rendere autonome le province di Avellino e Sannio per quel che riguarda il governo delle risorse idriche.

Costituiti, con le elezioni di mercoledì scorso, i due consigli d’ambito del Sannio e dell’Irpinia, ‘Alto Calore’ ha prontamente avviato il percorso che terminerà con l’affidamento a una sola società del servizio di gestione delle acque per tutti i 78 centri del Beneventano. Una vera e propria rivoluzione per una fetta consistente del territorio sannita, da oltre sessant’anni parte della società di corso Europa.

Fissati punti di inizio e di conclusione della procedura, nel mezzo c’è un iter che prevede tempi “non brevi” – per utilizzare le parole di Ciarcia. “Il prossimo passo – spiega l’amministratore unico di Alto Caloresarà affidare agli advisor la realizzazione del progetto di scissione che non si annuncia semplice dal punto di vista tecnico. Il progetto sarà poi compreso nel piano industriale che Acs presenterà in tribunale. Prima ancora, ovviamente, verrà illustrato ai soci. Occorrerà poi attendere la decisione del Tribunale di Avellino sull’ammissibilità del piano industriale e la successiva omologazione”.

Non tutto, però, si deciderà in terra d’Irpinia. Al neonato Ato Acque Sannio, infatti, spetta il compito di avviare la procedura finalizzata all’individuazione del gestore unico. Quando accadrà? Possiamo fare riferimento a una data, il 30 giugno 2023, termine in cui scadrà la proroga concessa dal Comune di Benevento alla Gesesa per la gestione del servizio idrico integrato. L’obiettivo è che far sì che sia tutto pronto per l’inizio dell’estate, dunque. Ma è una corsa, complicata, contro il tempo.

Tornando all’assemblea di ieri, all’ordine del giorno c’era un altro punto di grande interesse per gli amministratori sanniti: la salvaguardia dei numerosi e ingenti crediti che i comuni vantano nei confronti di Alto Calore. Acs propone di trasformarli in strumenti finanziari partecipativi. “In questo modo – spiega ancora Ciarciaalla fine del concordato i comuni si ritroveranno intatti i loro crediti, altrimenti subiranno un inevitabile abbattimento dalla procedura concordataria”. Sulla questione, però, i sindaci hanno richiesto e ottenuto ulteriore tempo per i dovuti approfondimenti. Se ne riparlerà il prossimo 20 ottobre. Stesso discorso per la proposta di modificare lo statuto per consentire l’ingresso nel capitale sociale a società interamente partecipate da Enti Locali, soluzione studiata per tenere ancora dentro la Provincia di Avellino, prima azionista di Acs ma costretta a tirarsi fuori per via della nuova normativa regionale.