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Nei giorni scorsi i sindaci di Benevento e Avellino si sono lanciati occhiolini ammiccanti, sino a concordare uno scambio di appuntamenti. Ha iniziato Mastella, ospitando Festa a Palazzo Mosti, ha già ricambiato l’invito il primo cittadino avellinese per una data dell’incontro in Irpina che è ancora da fissarsi.
Un fronte di nuova opposizione al Governatore De Luca? Un neo partito dei sindaci?
Manco per idea, hanno affermato con certezza i due primi cittadini. “Il nostro non è una liaison contro qualcuno, ma è un rapporto – oltre alla simpatia personale, ha precisato Festa – che si pone il tema di sollevare la questione dei capoluoghi regionali dell’interno, come Avellino e Benevento, che reclamano pari ‘dignità natalizia’ al pari di Salerno e delle sue Luci d’artista”.
Il rischio concreto è che nei ‘territori dell’osso’ non ci saranno né luminarie, né artisti.
Ma se Benevento ed Avellino piangono e reclamano attenzioni e finanziamenti regionali, figurarsi quella miriade di piccole comunità di Irpinia e Sannio che non sanno a chi chiedere qualche spicciolo per le proprie luminarie natalizie.
In verità il problema può sembrare banale ma non lo è.

“E’ una matassa che sembra inestricabile” – rivela un sindaco di una popolosa comunità proprio a cavallo tra Irpinia e Sannio. Il primo cittadino non ha chiesto di restare anonimo, ma il suo anonimato è una scelta redazionale, perché la questione che pone è incidenter tantum posta da lui e per il suo paese. In realtà è una problematica che riguarda tutti i suoi colleghi di comunità vicine e lontane.
“La questione è che per il prossimo Natale, qualsiasi cosa facciamo, certamente sbaglieremo a giudizio di una fetta di popolazione. – Sottolinea il primo cittadino irpino-sannita – E’ un periodo di crisi economica ed energetica. Quindi, se predisponiamo delle somme per le luminarie natalizie, ci accuseranno di sperperare danaro pubblico. Al contrario, se decidessimo di non posizionare luci natalizie, in osservanza alla crisi, anche per risparmiare risorse, verremmo accusati di spendere soldi per tante sciocchezze e di rendere il Natale più triste in paese”.

“L’unica soluzione che intravedo – afferma il sindaco – è quella di decidere quale fetta di popolazione si vuol accontentare tra quella che vuole un Natale ‘illuminato’ e quella che reclama il risparmio. In realtà, ci troviamo ad affrontare anche altre problematiche”.
Come se non bastasse. “Servirebbe un agire comune tra i vari paesi vicini, per dare un segnale di uniformità. Perché l’agire a macchia di leopardo ci espone tutti ad ulteriori critiche – evidenzia l’amministratore – Sarà facile che ci venga detto: perché lì le luci si e da noi no? Oppure il contrario. Ma poi mi chiedo, come possiamo decidere che una zona del paese o una contrada debba essere illuminata e un’altra zona o un’altra contrada no? E’ un rompicapo da cui non so come uscire”.

La confessione, in verità pubblica, è terminata e il sindaco riguadagna la strada del Comune, sapendo che per lui sarà un Natale ‘colorato’ sicuramente da tante critiche e ben pochi doni sotto l’albero, na luci accese o spente è ancora tutto da decidere.

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