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Sono passati 32 anni, ma il dolore, la rabbia, l’indignazione sono rimaste le stesse di quel giorno, anche in chi in quel tempo non era ancora nato. Quel 23 maggio del 1992, alle 17.57, quando mezza tonnellata di tritolo disintegrò un tratto dell’Autostrada per Palermo all’altezza dello svincolo per Capaci, uccidendo il Super Magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta, si creò anche una ondata di indignazione popolare contro la mafia che aveva ordinato quella strage che ancora oggi si avverte impetuosa nel Paese e persino nei più giovani.

E’ questo ciò che emerge dalla manifestazione pubblica, promossa dalla Associazione “Libera dalle Mafie” che si è svolta oggi pomeriggio  dinanzi al Tribunale di Benevento in via Raffaele De Caro con la partecipazione delle Autorità e, soprattutto di tanti studenti degli Istituti Superiori, consapevoli di dover dare testimonianza attiva del rifiuto senza appello del mondo della criminalità organizzata.

La commozione del ricordo di quel giorno terribile, che peraltro precedeva di pochissimo un altro attentato simile che spazzò via un altro Magistrato antimafia, Paolo Borsellino, amico fraterno di Falcone e con lui protagonista di una lunga lotta alla malavita organizzata siciliana, non ha impedito di manifestare la promessa che degli uomini liberi di tenere alta la guardia e di combattere ancora e sempre le mafie.

Lo ha detto  Michele Martino, portavoce di Libera, che ha ammonito sulla necessità di continuare oggi e domani la battaglia antimafia, ma anche di rifiutarsi di considerare la manifestazione di oggi come un rituale. “Il rischio più grande che tutto oggi è normale che deve andare cosi. La normalizzazione non deve esistere significherebbe sparare ancora su Flacone, sua moglie  e la scorta” ha chiosato Martino. Un contributo importante l’hanno dato gli alunni del Liceo Musicale “G. Guacci” – Presidio scolastico di Libera “Don Peppe Diana”,  che hanno omaggiato i presenti  con le note musicali.

Michele Martino  di Libera ha sottolineato: “Non furono solo attacchi mafiosi ma attacchi alla democrazia. Ci furono attentati in cui la mafia ha premuto il tasto ma non era solo quella la matrice. Ha avuto grandi complicità con la politica, l’imprenditoria, la massoneria”. Martino ha aggiunto: “Ci sono uomini fortemente vivi con le proprie idee che hanno  portato avanti idee valori”. Il referente di Libera ha quindi attaccato: “Noi pensavamo che  avevamo messo alle spalle la stagione di mani pulite. E’ una stagione che si è evoluta nel tempo, le mafie si muovono dove ci sono i soldi. Il Sannio non è assolutamente immune, anzi”.

Martino ha poi lanciato un appello: “Abbiamo un territorio che si appresta a vivere un movimento importante politico, oltre 20 comuni della nostra provincia andranno a rinnovare i consessi cittadini. Ogni candidato a sindaco dovrebbe dire pubblicamente di non voler quei voti della criminalità organizzata dei corrotti”

Ai giovani Martino ha detto: “Bisogna combattere la corruzione il malaffare. I giovani devono capire che questo gli toglierà il futuro, vanno protetti e stimolati”.