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di Fabio Tarallo e Domenico Russo

Benevento – Chiuso il cerchio, l’inchiesta sull’Ente Parco Taburno Camposauro si chiude ma questo non significa non continuare a osservare e capire cosa accadrà, di qui in poi, intorno a quella che è stata definita, e a ragione, una vera e propria miniera d’oro. Mesi in giro per sentieri e strade per capire cosa non andava e, soprattutto, quali migliorie potevano essere individuate e applicate per renderlo realmente attrattivo. Prima il giro perlustrativo, e lì le scoperte di cui avremmo fatto volentieri a meno, poi la chiacchierata col presidente Caturano per capire cosa andava e cosa poteva essere risolto. infine il giro tra i sindaci che compongono la grande famiglia racchiusa in ciò che viene chiamato Ente. Tanti sindaci, 14, tanti territori. E da questo che è emerso il problema più grande, la poca comunicazione tra tutte le parti.

L’obiettivo di questo percorso era proprio questo. Non puntare il dito contro qualcuno ma semplicemente fare in modo di creare un canale di condivisione tra le parti e migliorare il migliorabile (a partire dall’immagine, il sito, che è stato migliorato). L’incontro a Torrecuso sembra proprio volto a questo aspetto. A ricreare un contatto per una condivisione dei progetti.

E tra questi progetti c’è anche la richiesta di trasformare il Parco in Patrimonio Unesco. Un’idea coinvolgente e interessante. Ovviamente a determinate condizioni. Quelle spiegate da Gennaro Caporaso, sindaco di Tocco Caudio e presidente della Comunità Montana del Taburno. Un’idea che non è così immediata e che è da allontanare se va a intaccare aziende e persone che ci sono all’interno. Insomma non deve essere una proposta del genere a rendere più povera una terra che non ha tantissime risorse.

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