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Il Gruppo della Guardia di Finanza di Campobasso, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Campobasso, ha dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Campobasso, di sequestro di fittizi crediti d’imposta per circa 12,5 milioni di euro.

Nella giornata di giovedì scorso, 18 gennaio personale della Guardia di Finanza di Campobasso, sotto la direzione della Procura della Repubblica del capoluogo, ha dato esecuzione, a seguito di apposito provvedimento emesso dal Gip presso il Tribunale di Campobasso, al sequestro di crediti d’imposta giacenti sui cassetti fiscali di numerose società e persone fisiche in relazione a ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e fatturazioni per operazioni inesistenti per circa 16,5 milioni di euro.

Di fatto, il provvedimento rappresenta l’epilogo di complesse indagini, svolte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Campobasso in stretto coordinamento con questo Ufficio Giudiziario, che permetteva di disvelare un articolato sistema fraudolento, perpetrato mediante l’utilizzo coordinato della contabilità di taluni soggetti economici (aventi sede anche in Molise), finalizzato a simulare la sussistenza dei requisiti necessari per l’ottenimento delle agevolazioni previste dal D.L. n. 34/2020 (c.d. Decreto rilancio) e la costituzione di ingenti crediti d’imposta fittizi sulle citate piattaforme telematiche.

All’esito delle attività d’indagine, tra l’altro, sono stati denunciati gli amministratori di fatto, residenti nella provincia di Benevento, di due società con sede nel capoluogo, per la creazione dei falsi crediti d’imposta per complessivi circa 12,5 milioni di euro, con la successiva cessione dei medesimi a favore di soggetti giuridici conniventi e la parziale monetizzazione degli stessi presso “Poste Italiane S.p.A.”, totalmente ignara dell’illecita provenienza.

Oltre ai suindicati crediti, il Giudice per le indagini preliminari accoglieva altresì la richiesta di questa Procura dell’ulteriore misura di sequestro preventivo in via diretta, funzionale alla confisca, anche nella forma per equivalente, di immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie per circa 4 milioni di euro, nei confronti di tre persone fisiche collegate al contesto investigativo. In particolare, il sequestro preventivo disposto sui beni nella disponibilità degli indagati volto a conservare il profitto del reato ai fini della successiva confisca, si inserisce nel contesto delle linee di intervento di questa Procura delle Repubblica volte alla repressione dei reati da realizzarsi, non soltanto intervenendo sui presunti autori, ma anche aggredendo i beni che ne costituiscono il profitto; questo in un’ottica di deterrenza e di recupero alla collettività di quanto illecitamente acquisito, avvalendosi del contributo specialistico della Guardia di Finanza”.