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Benevento – La Uil Avellino/Benevento rende noto che a luglio 2017 la stima degli occupati, secondo l’Istat, cresce dello 0,3% rispetto a giugno (+59 mila), confermando la persistenza della fase di espansione occupazionale. Negli ultimi due mesi il numero di occupati ha superato il livello di 23 milioni di unità, soglia oltrepassata solo nel 2008, prima dell’inizio della lunga crisi. Il tasso di occupazione sale al 58,0% (+0,1 punti percentuali). La crescita congiunturale dell’occupazione interessa tutte le classi di età, a eccezione dei 35-49enni, ed è interamente dovuta alla componente maschile, mentre per le donne, dopo l’incremento del mese precedente, si registra un calo. Aumentano sia i lavoratori dipendenti che gli indipendenti.  Insomma, sembra che il bicchiere possa iniziare a vedersi come “mezzo pieno”: i segnali che arrivano dagli ultimi dati Istat sono incoraggianti. Gli indicatori del mercato del lavoro, infatti, mostrano, in questi sette mesi dell’anno, un graduale miglioramento quantitativo dell’occupazione che raggiunge le oltre 23 milioni di unità tornando a numeri pre-crisi, con contestuale riduzione della platea di disoccupati e inattivi. La componente dipendente, soprattutto a termine, è quella che contribuisce in maniera maggiore a tale incremento ma, al tempo stesso, la discontinuità e temporaneità del lavoro non è di supporto a un futuro pensionistico ottimale soprattutto per le fasce più giovani. I dati sull’occupazione degli over 50 e dei giovani, sono confortanti in termini di crescita, sebbene il tasso dei giovani in cerca di occupazione sia ancora a livelli molto alti. Certamente hanno contribuito, soprattutto per i ragazzi, le misure di politica attiva (garanzia giovani) che in questi anni sono state indirizzate a queste fasce di età. C’è, però, un target di persone comprese nella fascia 35-49 anni, che mostra sofferenza occupazionale, come dimostrato dal calo tendenziale dell’1,2%. Ciò può essere frutto di uno sbilanciamento di politiche attive (incentivi) messo in atto in questi anni, e che ha bisogno di essere rivisto. 

“Sul versante delle politiche passive – dichiara Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) – preoccupa il dato, diffuso dall’Inps, sull’aumento delle domande di Naspi, probabile conseguenza anche delle restrizioni sulla cassa integrazione che, nei primi 7 mesi dell’anno, si riduce in maniera consistente, anche se con oscillazioni mensili, per tutte le gestioni. Resta sempre il nodo da sciogliere su come sta procedendo il Fondo integrazione Salariale (Fis) per il quale l’Inps non fornisce i dati”.