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di Valentina Scognamiglio

Una domenica mattina all’insegna dello sport e dell’accoglienza perché è quello che lo sport dovrebbe fare sempre. Accogliere e sviluppare un profondo senso di comunità. E così oggi, nella palestra della Colonia Elioterapica, dove ha sede l’Accademia Olimpica Beneventana di Scherma ‘Maestro Antonio Furno’ si è tenuto un amichevole torneo di scherma under 12 alla presenza del nostro Sindaco, Clemente Mastella, del delegato dello sport Enzo Lauro e del rettore dell’Università del Sannio, Gerardo Canfora.

Occasione creata non solo per diffondere ancor più l’amore verso uno dei più antichi e nobili sport, ma soprattutto per celebrare gli ultimi successi della campionessa beneventana di sciabola e spada Rossana Pasquino. Un vanto per la nostra piccola città in cui però ci sono realtà affermate da sempre, come questa della scherma, che permettono di introdurre allo sport bambini ed adulti portatori di handicap. Qualcosa di raro e di difficile da trovare nelle città della nostra bella Italia, come ci ha detto la stessa Rossana durante un’amichevole chiacchierata dove si è parlato molto degli sport paralimpici che fino a pochi anni fa erano completamente sconosciuti ai più.

Sono infatti pochissimi anni che le gare paralimpiche vengono trasmesse in televisione e altrettanti pochi anni che si è iniziato a raccontare che anche chi ha una disabilità può praticare sport, non solo a livello amatoriale, ma anche e soprattutto a livello agonistico. Un mondo di cui si sa ancora molto poco purtroppo che però è in grado di aiutare e sostenere chi ha dovuto resettare la propria vita, sia esso un bambino che un adulto o chi è nato portando addosso una condizione che gli rende la vita più complicata.

Come ha raccontato Rossana non c’è molta differenza nel modo di allenarsi, anzi, ha spiegato che al CS Partenopeo dove si allena a Napoli “Un giorno alla settimana gli atleti hanno un girone integrato dove tutti i ragazzi in piedi si allenano per tirare con me, il cieco si siede e io mi bendo, il ragazzo in piedi tira con il cieco bendato e secondo me è costruttivo non semplicemente a livello sociale ma anche a livello tecnico perché così si acquisiscono dei movimenti che in altro modo non si acquisirebbero” continua poi dicendo che “La scherma è uno sport che non prevede distinzioni e questo aumenta la possibilità di integrazione” e sarà forse per questo che noi italiani siamo così bravi in questo sport vincendo così tante medaglie sia olimpiche che paralimpiche.  

C’è un però che si evince dalla chiacchierata con la dolcissima e disponibilissima Rossana, che bisogna ancora riuscire a trovare un modo per parlare di disabilità, per far conoscere le poche associazioni che se ne occupano, magari crearne ancora di nuove in modo da coprire tutto il territorio creando altresì strutture, palazzetti e palestre adatte agli sport paralimpici e soprattutto trovare il modo di includere tutte le disabilità che sono tante e con differenti esigenze.

Chi pratica sport sa quanto questo sia importante nella vita delle persone perché  “Lo sport aiuta in tutti i livelli, sia quello fisico, che quello psicologico che quello sociale, che sono tutti e tre i livelli fondamentale per vivere bene” e per questo bisognerebbe spingere ancora di più e aumentare quella cultura dello sport che noi in Italia abbiamo sempre avuto ma che purtroppo non lo rende ancora accessibile a tutti, per mancanza di strutture nel caso degli atleti paralimpici o per mancanza di sostegno economico in un’ottica più ampia, perché fare sport ha un costo a volte anche elevato, per questo credo che sarebbe davvero bello se in futuro questi due mondi si unissero e si creassero strutture in grado di accogliere tutti, forse è un’utopia ma pensare e soprattutto sperare in un futuro migliore non fa mai male. Infondo viviamo nell’epoca dell’inclusività che per ora è solo una parola ma che forse un domani potrà diventare un dato di fatto, la normalità, che non vuol dire essere tutti uguali ma al contrario essere tutti diversamente magnifici in grado di vivere sereni insieme senza paura del prossimo, chiunque esso sia.