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Benevento – Il suo nome non figura nel tabellino dei marcatori di quella partita, ma sull’ultima vittoria del Benevento allo Zaccheria c’è il timbro di Andrea Pintori. Era il 4 settembre 2011, prima giornata di uno dei tanti campionati di serie C1 dell’era Vigorito. In Puglia il Benevento di Simonelli, penalizzato di nove punti (poi ridotti a due) dopo il caso Paoloni, si accingeva a compiere la prima tappa di una difficile scalata. I giallorossi vinsero 2-1 grazie a un colpo di testa di Rinaldi e a un’autorete di Cardin, difensore rossonero che deviò in rete una conclusione ravvicinata dell’esterno offensivo nuorese. Una rete dal peso specifico particolare, considerato che a Foggia i giallorossi non vincevano dalla stagione ’48/’49. 

Pintori oggi gioca nell’Arce, squadra che fa capo a un comune di seimila abitanti della provincia di Frosinone che tra l’altro ha anche un legame storico con la città sannita. Il borgo fu infatti sottratto dal duca longobardo Gisulfo I nel 702 annettendosi al Ducato di Benevento. La squadra attualmente è al secondo posto nel girone B di Eccellenza, campionato in cui le doti di Pintori non possono che spiccare: “Puntiamo a divertirci, quella per il calcio è una passione che non può morire”, dice ai microfoni di Anteprima24 prima di ricordare quella trasferta allo Zaccheria: “Era la prima gara di campionato, la stagione non iniziò benissimo per la penalizzazione ma avevamo una rosa di grande spessore, come tutte quelle allestite dalla famiglia Vigorito. Fu una bella partita in un ambiente molto caldo, riuscimmo a portarla a casa con merito”. 

Il calore del pubblico rossonero è sempre stato un fattore e per Pintori potrebbe esserlo anche in vista della gara di sabato: “Sono partite che si preparano da sole, giocare in certi stadi dà motivazioni supplementari a qualsiasi calciatore, ma se il Benevento farà valere le sue doti sono sicuro che i valori verranno fuori. La squadra di Bucchi è ben strutturata in tutti i reparti e ha trovato ottima continuità in un campionato tradizionalmente molto difficile come quello di serie B. Sono certo che i giallorossi potranno giocarsela fino alla fine per la promozione diretta. la concorrenza è agguerrita, ma ciò che apprezzo di più del Benevento è il non aver subito un contraccolpo psicologico dopo la retrocessione. Quello che sta succedendo al Crotone è un rischio concreto, invece a Benevento c’è una  serenità invidiabile”. 

Pochi i rimpianti sui suoi trascorsi nel Sannio, se non quello di non aver conquistato la serie B: “E non è poco, è vero, ma in campo ho sempre dato tutto. La B a Benevento era un’ossessione paragonabile a quella che la Juventus ha per la Champions. Personalmente però non sentivo questa pressione quando giocavo, l’unico obiettivo era raggiungere un traguardo che avrebbe fatto commuovere un intero territorio. Ecco, invidio tantissimo quelli che ci sono riusciti nel 2016, avrei voluto essere al posto loro. Ho sentito il calore della piazza, so che quando si infiamma non è seconda a nessuno. E vederla in serie A è stato bellissimo, oltre che surreale. Spero che la cosa si ripeterà tra qualche mese”. Mai dire mai.