- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Era il 17 novembre 1962 e l’allora Vicario di Cracovia si appresta a scrivere una lettera. Il destinatario è un uomo di grande fama, la cui storia ha già raggiunto l’est Europa, vivente eppure già in odore di santità: Padre Pio da Pietrelcina

E anche il mittente non è una persona qualsiasi: si tratta infatti di Karol Wojtyla, che solo qualche anno più tardi sarebbe asceso al soglio pontificio con il nome di Giovanni Paolo II.

Venerabile Padre, Ti prego di rivolgere una preghiera per una madre di quattro figlie, di quarant’anni, di Cracovia in Polonia, (durante l’ultima guerra in campo di concentramento in Germania), ora in pericolo gravissimo di salute e della vita stessa per un cancro: affinché Dio per intercessione della Beatissima Vergine mostri la sua misericordia a lei e alla sua famiglia in Cristo obbligatissimo + Carolus Wojtyla vescovo titolare di Ombi, vicario capitolare di Cracovia“. Questo il testo della missiva indirizzata da Papa Giovanni Paolo II a San Pio, riportata oggi dal quotidiano Italia Oggi.

Al tempo non si era del tutto certi che le lettere potessero arrivare alla destinazione sperata e per questo Wojtila si rivolge a un suo fraterno amico affinché la preziosa preghiera arrivasse nelle mani di San Pio.

L’amico è un prelato polacco, Andrzej Maria Deskur, ricoverato presso la casa di cura romana dei Cavalieri di Malta per un infarto, che riesce a far giungere la lettera al commendator Angelo Battisti. Anche Battisti è al servizio della Santa Sede, presso la Congregazione del Santo Uffizio. Aveva conosciuto Padre Pio nel febbraio 1941.

Battisti racconterà dell’episodio molti anni dopo: “Nel pomeriggio parto per San Giovanni Rotondo e la sera del giorno successivo, il 18, mi reco a conferire con Padre Pio e, per prima cosa, gli consegno la lettera in parola; mi dice poi di aprirla e leggerla. L’indirizzo scritto da mons. Wojtyla è inutile. Padre Pio ha già una risposta da dare e l’affida allo stesso commendatore al quale dà l’incarico di assicurare che avrebbe tanto pregato per questa mamma. Ma dice anche: A questo non si può dire di no”.

La dottoressa Poltawska, che ovviamente nulla poteva sapere della lettera, la mattina dell’intervento si risveglia senza più dolori.

I medici decidono  comunque di sottoporla alle ultime radiografie di routine, prima di entrare in sala operatoria. Ma subito dopo, con sua sorpresa, un oncologo del reparto si avvicina a lei e la rassicura dicendole “che non c’era più bisogno dell’intervento.