- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Caserta – Sul fronte sicurezza alla Reggia la tensione è alta, soprattutto dopo la pubblicazione della relazione shock  stilata dal Servizio Ispettivo del Segretariato Generale Mibact che ha messo nero su bianco “manchevolezze e omissioni” imputabili alla Direzione Felicori ed esplose il 10 dicembre scorso con il crollo dell’intero pannello d’intonaco dell’architrave/piattabanda del vano di una porta-finestra presente nella Sala delle Dame di Corte dell’Appartamento Reale in pieno orario di apertura del monumento al pubblico.

Manchevolezze ed omissioni (che secondo gli ispettori il Mibact  riguarderebbero un arco di tempo documentato almeno dal 2015 al 10 dicembre 2017 e uno spazio ben più ampio rispetto all’ambiente del crollo) sulle quali si attende che anche la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere si pronunci confermando o meno responsabilità penali (articolo 677 comma 3 del c.p.) sia sul fronte sicurezza dei lavoratori e visitatori sia su quello relativo alla salvaguardia e alla conservazione del Bene Reggia.

Una mannaia ben più grave rispetto alle misure che il Mibact  si è detto pronto ad adottare in ordine alle responsabilità della direzione della Reggia, se non altro per il fatto che, in applicazione della Legge Fornero, lo stato di quiescenza per il responsabile area della sicurezza Mario Tartaglione scatterà il prossimo 31 agosto mentre quello per il direttore Mauro Felicori, che il 2 marzo prossimo compirà 67 anni, potrebbe scattare d’ufficio dal primo novembre 2018 qualora lo consentano anche i parametri contributivi maturati.

Età pensionabile o meno, restano aperte le indagini penali alla Reggia, risalenti sia al furto dell’incasso alla buvette di due anni fa, sia al crollo nella Sala delle Dame di dicembre 2017, sia al furto alla collezione Terrae Motus dove il 10 giugno scorso ci si accorse che mancavano due dei sei ex voto d’argento dell’opera di Christian Boltanski.

Indagine apertissima, quest’ultima, con personale e telecamere di sorveglianza sotto il torchio degli inquirenti e una diffida datata 31 dicembre 2015 inviata dal coordinatore provinciale UILPA Beni Culturali di Caserta al direttore della Reggia e al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Nucleo di Napoli per segnalare sia i “buchi” di personale preposto alla vigilanza in alcune zone aperte al pubblico (si legge: “rilevabili dai fogli di presa in consegna giornaliera” e determinati da carenze in organico “per il passaggio orizzontali di personale dal proprio profilo di vigilanza ad altri profili professionali tecnici ed amministrativi”) sia per deresponsabilizzare gli operatori da eventuali furti o danneggiamenti che si sarebbero potuti verificare nelle sale incustodite “ricordando – si legge – che attualmente il complesso vanvitelliano ha il sistema antifurto, antintrusione e antincendio non funzionante. La stessa centrale operativa di controllo è completamente fuori uso”.