- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Caserta – Finanzieri e ispettori del Lavoro insieme per una serie di controlli ad aziende del Comune di Santa Maria a Vico, nel Casertano. Ciò che è emerso all’esito dei sopralluoghi, con sei aziende su sette che facevano ricorso in modo massiccio al lavoro irregolare, è la conferma dell’estensione del fenomeno del lavoro nero nel tessuto produttivo della provincia casertana, così come più volte ribadito dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere; l’ufficio giudiziario, nei mesi scorsi, ha firmato anche un’intesa con Fiamme Gialle e Ufficio Territoriale del Lavoro per contrastare lo sfruttamento lavorativo e il connesso fenomeno del caporalato.

La task force formata da sette pattuglie della Guardia di Finanza di Caserta, coordinate dalla Compagnia di Marcianise, e da due ispettori del lavoro, ha passato al setaccio sette imprese ubicate nella zona industriale di Santa Maria a Vico; in sei delle aziende controllate, un’officina meccanica, tre operanti nel settore della  vendita all’ingrosso di tessuti, due nella commercializzazione di materiale tessile riciclato, sono stati scoperti lavoratori in nero; in particolare su 42 addetti presenti complessivamente, ben 25, tutti italiani, lavoravano senza contratto; in pratica, nelle sei aziende, il numero di lavoratori in nero oscillava in media dalle 2 alle 7 unità.

Per tutte le imprese verbalizzate, oltre ad una sanzione molto elevata, è scattata anche la sospensione delle attività, visto che i lavoratori irregolari presenti superavano la soglia del 20% del totale della manodopera. E’ emerso inoltre che l’officina meccanica esercitava l’attività senza la prescritta Autorizzazione Unica Ambientale (A.U.A.), titolo autorizzativo imprescindibile per le piccole e medie imprese non soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale. Sono così scattati i sigilli ai locali, alle attrezzature ed ai materiali e il titolare è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.