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Caserta – E’ andato all’ospedale di Caserta il premio Fellowship Program edizione 2018, indetto dalla multinazionale americana della ricerca scientifica Gilead, che premia le migliori proposte di ricerca italiane in ambito epatologico e in particolare i modelli di eliminazione dell’infezione da Hcv (Epatite C) nella popolazione generale e quelle ad alto rischio.

L’azienda ospedaliera casertano ha vinto con il progetto dell’unità di Malattie Infettive e Tropicali a Direzione Universitaria che prevede l’eradicazione dell’epatite C tra i tossico-dipendenti attraverso una rete che faccia interagire i centri clinici specialistici e i servizi sanitari sul territorio. Un riconoscimento alla pluriennale esperienza maturata nel settore dall’ospedale casertano, che con i suoi 1.480 pazienti trattati complessivamente fino allo scorso mese di maggio con farmaci innovativi anti-Hcv nelle strutture di Malattie Infettive e di Gastroenterologia, risulta essere il secondo centro per volume dell’intera regione Campania. “Un premio importante – afferma l’infettivologo Vincenzo Messina, responsabile scientifico del progetto – perché a contenderselo erano in ballo prestigiose istituzioni prevalentemente universitarie. In più va detto che il nostro è stato l’unico progetto vincitore dell’Italia meridionale, se si escludono le isole. L’idea parte dai dati epidemiologici che dimostrano che la popolazione tossicodipendente, pur essendo ad alta endemia per infezione da virus dell’epatite C (Hcv), abbia uno scarso o, talvolta, nullo accesso alla cura con i nuovi trattamento antivirali nei centri prescrittori identificati dalla regione Campania. La eliminazione di tale infezione in questa popolazione, invece, avrebbe un enorme vantaggio per la popolazione generale perché permetterebbe di ridurre drasticamente l’endemia di Hcv e lo sviluppo di nuovi casi”.