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San Nicola la Strada (Ce) – E’ l’appello lanciato da Francesco Nargiso, imprenditore che intende richiamare la massima attenzione del Governo e di tutte le istituzioni competenti, sugli effetti devastanti provocati dal Covid-19 nel settore luminarie, nonché aziende pirotecniche e bande musicali. Un settore che attiva un indotto che coinvolge oltre 500mila addetti e le loro famiglie.
Francesco è titolare della “Luminarie Nargiso”, un’azienda di San Nicola la Strada che va avanti da tre generazioni, con dipendenti in regola e che rispetta le norme sulla sicurezza, importantissime in un lavoro dove si opera spesso ad alta quota. Oltre gli stipendi, sinora versati regolarmente, ci sono i fitti da pagare e la Cassa integrazione tarda ad arrivare.
Mentre si inizia a parlare di Fase 2 e di riaperture – dichiara Francesco Nargiso – nessuno al momento ha pensato a noi, centinaia di piccole imprese, quelle microimprese che costituiscono il cuore dell’economia Italiana, quelle imprese dimenticate da tutti che svolgono un ruolo fondamentale per la trasmissione delle tradizioni storiche e culturali del nostro bellissimo paese; aziende che tramandano di generazione in generazione, da oltre un secolo, l’antica arte artigiana di illuminare e rendere ancor più belli i migliaia di borghi della nostra Penisola in occasione della Festa del Santo Patrono“.
E poi si rivolge direttamente al Presidente del Consiglio: “La ringraziamo per quanto ha fatto e per quanto sta facendo per l’Italia, non deve essere facile per un uomo sostenere il dramma del Paese. Ma quando elaborerà la tanto attesa Fase 2 non si dimentichi di noi. Noi piccoli artigiani con la faccia bruciata dal sole, chiediamo di poter continuare a lavorare, chiediamo che anche per noi si costruisca una fase 2 in modo da evitare l’estinzione dei nostri settori consentendo la sopravvivenza anche delle famiglie dei lavoratori del comparto. Vi abbiamo sempre regalato colori, calore, gioia, tradizione e fede. Ora è il momento di combattere insieme affinché il virus non si porti via, oltre alle vite umane, anche una parte preziosissima del nostro patrimonio storico e culturale“.