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Caserta – Punto ristoro chiuso da oggi alla Reggia e botta e risposta tra lavoratori e Direzione a suon di cartelli.

“Chiuso in attesa di risposte”, è il cartello affisso stamattina, infatti, dai lavoratori della società Angelica sulle porte chiuse dell’unico punto ristoro presente al monumento vanvitelliano.

E, in rappresentanza dei dieci dipendenti, che dal 2004 lavorano al ristorante-bar del Cannocchiale, i lavoratori che presidiano oggi  l’ingresso della buvette chiusa minacciano manifestazioni di protesta più eclatanti.

Da parte sua, invece, la Direzione Reggia sempre tramite cartelli avverte i visitatori della sospensione momentanea del servizio ristorazione-bar, consentendo che “in questo periodo si potrà entrare e uscire dal museo con lo stesso biglietto per usufruire dei servizi di ristoro presenti nella città”.

Una concessione che, considerata la non breve distanza tra la Reggia e la città, e la confusione che tale decisione genererà ai tornelli e ai varchi della Reggia, appare alquanto bislacca se non altro perché basterebbe prorogare il servizio alla società Angelica in attesa dell’espletamento della gara che individuerà il nuovo concessionario. Tempi di certo non brevi, considerato anche che chiunque subentrerà nella gestione del punto ristoro dovrà provvedere ai lavori minimi ed indispensabili per l’avvio delle attività a regime.

Intanto ci si augura che il buon senso illumini la mente di qualcuno, almeno il tempo di  prevedere qualche macchinetta di distribuzione acqua da posizionare in biglietteria o all’ingresso Parco, e ciò già a partire da domenica prossima 4 marzo, prima gratuita del mese.

Intanto il sindacato Uil della Reggia si è già espresso a sostegno sia dei lavoratori di Angelica, rimasti nell’oblio senza stipendio e senza prospettive future, sia dei visitatori che da oggi alla Reggia si vedranno negato anche il  benché minimo servizio di ristorazione.

Resta intanto questo come ultimo fotogramma di una vicenda iniziata nel 2011 con un contenzioso avviato dalla società Angelica contro l’allora Soprintendenza dei Beni Culturali per violazione del diritto di esclusiva sulla gestione degli eventi.