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Casal di Principe (Ce) – Terzo giorno di sciopero della fame per Gianni Fabbris che continua ad alimentarsi solo con un cappuccino la mattina e che, a nome del Coordinamento Unitario In Difesa del Patrimonio Bufalino di cui è portavoce, ha firmato due lettere che fissano due dei principali obiettivi dello sciopero della fame in corso.

La prima è una richiesta di incontro al Ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, e della Salute, Roberto Speranza. Nella missiva ai due ministri, sottolineando che da tempo sono stati richiesti gli incontri ma non sono mai stati concessi, Fabbris sottolinea “ci sono molte ragioni perché voi, che siete i massimi esponenti di governo sulla materia, ascoltiate le ragioni degli allevatori in mobilitazione da mesi; la prima è che, nel vostro interesse e di quello dei cittadini tutti, non potete  ascoltare solo il punto di vista di chi ha gestito fin qui un piano fallimentare che ha aumentato la brucellosi in provincia di Caserta, mentre ha già fatto chiudere un terzo delle aziende ed ha inutilmente massacrato centinaia di migliaia di animali di cui sono poi risultati effettivamente positivi solo un campione dell’1,4%. Le proposte del Coordinamento Unitario (che associa decine di associazioni territoriali e nazionali dalla lunga e consolidata esperienza) sono fondate su solide basi scientifiche e su un approccio metodologico consolidato in molte esperienze nazionali e internazionali che hanno affrontato e debellato la Brucellosi e la TBC al contrario di quello che in Campania ha portato al fallimento“.

La seconda missiva è stata indirizzata al Presidente De Luca cui il Coordinamento ricorda le tre richieste avanzate da tempo: “sospendere l’applicazione del Piano inapplicabile della Regione fino a ricostituire le condizioni di un confronto per risolvere i problemi; aprire il confronto direttamente presso la Presidenza della Regione; sostituire gli attuali tecnici/esperti chiamati a ispirare e monitorare il Piano per manifesto fallimento di quello precedente“. Al Presidente De Luca, Fabbris rinnova l’invito a scendere in campo per contribuire “a ricostruire il clima di fiducia fra le istituzioni e gli allevatori incrinato dall’applicazione del vecchio piano e incamminarsi su una via condivisa a garantire la migliore efficacia dell’eradicazione e dello sviluppo sia nell’interesse della salute dei cittadini, che in quella degli allevatori e di un comparto strategico come è quello della filiera bufalina“.

In tutte e due le missive, viene ricordato che lo sciopero della fame è vincolato ad avere i due incontri e che, dunque, Gianni Fabbrisinterromperà lo sciopero solo se si realizzeranno i due incontri proseguendo, altrimenti, ad oltranza continuerà a non assumere cibo“.

Lo sciopero ad oltranza di Gianni Fabbris accompagna quello di molti allevatori che si stanno alternando e si alterneranno in sciopero della fame per 24 ore (dalle ore 19 alle 19 del giorno successivo) nella stanza del Centro don Milani a Casal di Principe (presso la NCO, in Via Giacosa).

Dopo Mario Marzano (allevatore di Castel Volturno che ha descritto il futuro come “un arcobaleno senza colori“), da ieri sera è la volta di Pasquale D’Agostino, allevatore a Borgo Appio: “Dopo anni di sacrifici ero riuscito ad avere una stalla con un alto valore di selezione genetica. Da un anno e mezzo, dopo aver avuto gli abbattimenti di tutti gli animali, oggi potrei ripartire ma, se non cambia il Piano, non lo farò e come me siamo in molti. Ho un dubbio che mi fa salire una grande rabbia. Forse è proprio quello che vogliono? E, allora, perché non ci dicono chiaramente che vogliono farci chiudere invece di inventarsi la scusa della Brucellosi e della TBC?“.

L’Agenda della giornata prevede, fra l’altro, un incontro in serata con le imprese del territorio sia allevatrici che della trasformazione per approfondire con esperti e tecnici i progetti per rilanciare il comparto riconvertendolo verso modelli agro ecologici e verso la efficacia dei modelli di impresa.