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Caserta – Bufera sull’Asl di Caserta, promotrice due anni fa del programma gratuito di screening per la prevenzione del tumore del colon-retto, e costretta al ritiro delle provette in circolazione tra farmacie e studi medici. Uno stop allo screening avvenuto solo per caso due giorni fa quando, dopo diverse segnalazioni, una referente del Tribunale dei Diritti del Malato (Tdm) ad Aversa si è vista consegnare un kit effettivamente scaduto da 2 mesi.

Immediato l’allarme lanciato dal Tdm di Caserta e il ritiro del lotto incriminato da parte dell’Asl, con tanto di scuse a contorno. Scuse e tranquillizzazioni che, però, non sono servite a placare la polemica intorno ad una delle indagini contro il cancro più restie a decollare. “Sembrerebbe sia stato proprio questo il problema – conferma Lorenzo Di Guida, presidente del Tdm di Caserta – che lega l’effetto “kit scaduti” alla causa da individuarsi nella ritrosia diffusissima di sottoporsi a questo tipo di indagine indubbiamente fastidiosa rispetto ad altre. Una costatazione di fatto che rastrella numeri allarmanti, e in costante ascesa, sul fronte tumori al colon-retto  pur individuabili preventivamente”.

Intanto la polemica arriva nelle stanze della Regione Campania, con tanto di interrogazione indirizzata al Governatore Vincenzo De Luca a firma del presidente della III Commissione speciale Terra dei Fuochi Gianpiero Zinzi. “Siamo alle solite – scrive Zinzi – ancora una volta riscontriamo la superficialità dell’Asl di Caserta nella gestione delle attività connesse al progetto di screening nella Terra dei Fuochi. Tutto ciò è preoccupante e non possiamo permettere che questa approssimazione continui. Prima un generico avviso pubblico per la selezione di personale per le attività di screening e ora la vicenda relativa al lotto di provette scadute. Una vicenda grave per le implicazioni che comporta e che dovrebbero essere ben note all’Azienda sanitaria”.  

Da una parte Zinzi attacca: “Le giustificazioni addotte dall’Azienda sanitaria non risolvono quello che a tutti gli effetti si pone come una imperdonabile mancanza di controllo della quale non possono fare le spese i cittadini. Chiedo di conoscere quali siano state le dimensioni, i motivi e le responsabilità di un simile errore e la conseguente specifica delle azioni che la Giunta regionale intenda intraprendere”.

Dall’altra il presidente del Tdm di Caserta Di Guida precisa: “Credo che molta responsabilità ce l’abbiano anche farmacisti e medici di base chiamati alla distribuzione gratuita dei kit. Non dare uno sguardo alla data di scadenza delle confezioni credo sia imperdonabile, soprattutto da parte di chi ogni giorno costata sul campo i numeri bassissimi di distribuzione a persone disposte al fastidioso screening e quanto difficile sia veicolarne l’utilità. Episodi come questo scoraggiano e il recupero diventa arduo”.