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Caserta – Ha accoltellato mortalmente il padre per difendere la madre da un pestaggio, e in un primo momento era riuscito anche ad evitare l’arresto perchè la madre si era autoaccusata del delitto, poi però ha vuotato il sacco raccontando la drammatica verità. E’ accaduto ad Alife nell’Alto-Casertano. In manette è finito il 28enne Daniele Leggiero; per lui l’accusa è di omicidio volontario. Il padre, Giuseppe Leggiero, 50 anni, imprenditore caseario, è morto in ospedale dopo essere stato trasportato dalla moglie e dal figlio, che in un primo momento avevano parlato di un incidente sul lavoro di cui sarebbe rimasto vittima il 50enne. La tragedia si è consumata ieri pomeriggio presso il caseificio della famiglia Leggiero, ad Alife, ma la dinamica dei fatti è stata ricostruita dai carabinieri e dal pm della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere solo in tarda notte, a causa dei depistaggi realizzati dalla moglie della vittima, Patrizia Navarra, e dal figlio 28enne.

Madre e figlio hanno trasportato Giuseppe Leggiero  all’ospedale di Piedimonte Matese; l’uomo era già in fin di vita per una ferita da arma da taglio all’emitorace sinistro. Ai sanitari i due hanno parlato di un incidente avuto dall’uomo mentre era intento alla lavorazione dei latticini nel caseificio di proprietà. L’imprenditore intanto decedeva per la gravità delle ferite riportate. La Navarra e il figlio sono poi tornati a casa. Intanto i carabinieri, avvisati dai sanitari, hanno iniziato ad indagare cercando riscontri alla versione fornita dalla donna e dal ragazzo; sono andati nell’azienda di famiglia e hanno scoperto che la zona indicata come luogo dell’incidente era estremamente pulita e in ordine, sembrava che nessuno vi stesse effettuando delle lavorazioni. Messa alle strette, la donna ha quindi confessato di aver ucciso il marito perché stanca di subire il suo carattere violento, le sue continue aggressioni fisiche e le minacce verbali. La Navarra ha parlato di un incubo durato anni spiegando di non avere mai sporto denuncia. Il racconto delle donna non ha però convinto gli inquirenti, soprattutto perché non ha voluto rispondere alle domande del magistrato sui particolari del delitto, dicendo solo che era stata lei; inoltre il figlio,  convocato in caserma, non si è presentato in un primo momento. Quando era già tutto pronto perché la donna fosse condotta al carcere femminile di Pozzuoli, il 28enne è però arrivato in caserma in compagnia dell’avvocato Giuseppe Stellato, e ha reso confessione. Sono stato io ad uccidere mio padre, non ce la facevo più a sopportare le sue violenze contro mamma”. Il giovane ha riferito di essere intervenuto presso lo stabile annesso all’abitazione e adibito ad azienda di lavorazione di latticini per sedare l’ennesima lite tra i genitori; ha provato ad allontanare il padre dalla madre, spintonandolo lontano e gettandogli addosso tutto ciò che trovava; così avrebbe fatto anche con un coltello, che si è conficcato nel torace del 50enne ferendolo mortalmente. L’arma è stata rinvenuta e sequestrata. Daniele Leggiero è stato arrestato e posto ai domiciliari in attesa della convalida del fermo da parte del Gip. Gli inquirenti non sono molto convinti che il coltello sia stato lanciato perché la lama sarebbe entrata in profondità, come se qualcuno l’avesse spinta con forza. Sarà l’autopsia comunque ad accertare le modalità dell’assassinio. Nell’abitazione c’era anche il figlio 13enne della coppia, che ha sentito tutto ma non è intervenuto perché “mamma e papà – ha spiegato ai carabinieri – litigavano spesso”. La figlia maggiorenne non era invece in casa ed è stata informata poco dopo.