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Caserta – Verrà ricordato nel suo lido, quello in cui trovò la morte per mano dei killer di camorra, Raffaele Granata, l’imprenditore ucciso l’11 luglio di dieci anni fa dall’ala stragista dei Casalesi guidati da Giuseppe Setola perché aveva denunciato gli estorsori del clan. La commemorazione è prevista per il tardo pomeriggio di mercoledì (ore 19); al Lido La Fiorente di Castel Volturno (Caserta), in via Marina di Varcaturo 14, ci saranno il Commissario nazionale antiracket Domenico Cuttaia, il Prefetto di Caserta Raffaele Ruberto e Tano Grasso, il Presidente nazionale della FAI, la Federazione delle Associazioni antiracket e antiusura Italiane, che ha organizzato l’evento attraverso il Coordinamento Campania e le associazioni territoriali di Libera e del comitato don Peppe Diana, di concerto con il Comune di Castel Volturno e con la Camera di Commercio di Caserta.

“L’omicidio di questo lavoratore coraggioso – afferma Luigi Ferrucci, presidente della FAI antiracket Campaniarientra in quella strategia del terrore attuata in quei pochi mesi del 2008, nel tentativo in gran parte riuscito di zittire e soggiogare un’intera comunità. In particolare, colpendo Raffaele Granata, il clan riuscì a mandare un messaggio di potere e di controllo del territorio ai tanti operatori balneari del territorio. Un grande plauso e ringraziamento va a tutta la famiglia Granata per aver avuto il coraggio di resistere ed aver continuato a tenere aperto il lido nonostante la grave tragedia subita”.

La commemorazione di Granata rientra nelle iniziative organizzate dalla FAI per sottolineare il ruolo che imprenditori e movimento antiracket hanno avuto nella lotta alla strategia del terrore perpetrata del clan dei casalesi nel 2008 attraverso il gruppo stragista di Setola, che impose il “pizzo” in maniera violenta per mantenere alto il controllo del territorio e per alimentare le attività illecite. Raffaele Granata è tra gli imprenditori della provincia di Caserta che si sono opposti con coraggio al racket mafioso del clan dei casalesi denunciando i tentativi di estorsione. L’imprenditore balneare fu tra le 18 persone uccise dal maggio al novembre 2008 da Setola e i suoi killer. Tra le vittime anche altri imprenditori che avevano denunciato gli estorsori del clan, come Domenico Noviello, commemorato il 16 maggio scorso, e Antonio Celiento. Persero la vita durante la stagione del terrore anche sei ghanesi, vittime della cosiddetta “strage di San Gennaro” (18 settembre 2008).