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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma di Stefano Adrianopoli, coordinatore Campania “Ora et Labora in difesa della vita” in risposta alle parole di Luigi de Magistris.

In qualità di coordinatore regionale (Campania) dell’Associazione “Ora et Labora in difesa della vita”, mi preme farvi notare quanto segue in relazione al vostro articolo del 4 novembre 2023 che riportava le dichiarazioni di Luigi De Magistris riguardo la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare “Un cuore che batte”.

Le azioni svolte dagli uffici amministrativi del Comune di Napoli relativamente al progetto sopracitato rientrano nei loro normali compiti istituzionali e di servizi al cittadino e non vi è stato nessun atteggiamento di particolare favore o attenzione verso di noi, fatto salvo per la gentilezza e la professionalità che contraddistinguono gli impiegati. La documentazione per effettuare questa raccolta firme è stata inviata via PEC o recapitata a mano a tutti i comuni di Italia, che permettono poi ai propri cittadini di aderire all’iniziativa.
Il Comune di Napoli ha semplicemente fornito informazioni pubbliche sui luoghi e gli orari in cui era possibile firmare una proposta di legge di iniziativa popolare che, è bene ricordarlo, rientra tra i diritti costituzionali (art. 71).

È un’azione che, da quanto si può facilmente osservare sul sito web del Comune (https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/43004), l’amministrazione cittadina mette in atto per ogni proposta di legge di iniziativa popolare.
Non riusciamo quindi a capire cosa ci sarebbe di “vergognoso e gravissimo” nel permettere ai cittadini di esercitare un proprio diritto costituzionale. Anzi, sarebbe stato molto grave il contrario, ovvero un atteggiamento d’ostruzione da parte di qualche ufficio o di qualche autorità oppure l’esclusione della nostra proposta dalla pagina web che contiene invece tutte le altre.
È chiaro, infine, che, in quanto cattolici, siamo in totale disaccordo con la visione dell’ex sindaco di Napoli riguardo l’IVG – una visione non condivisa da una consistente parte di italiani (soprattutto donne) e che, come risulta dal vostro articolo, non dedica un solo pensiero alla vita umana che viene eliminata, né al padre che potrebbe essere ferito nel proprio legittimo desiderio e istinto di paternità. Si parla solo di diritto della donna quando, invece, decine di migliaia di donne che appoggiano la nostra proposta sono consapevoli
che, per la donna, l’aborto è una profondissima ferita e non la soluzione ad una gravidanza non desiderata o non prevista.

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