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Napoli – Sono 10 i bed&breakfast che hanno chiuso in penisola Sorrentina negli ultimi due mesi. Segnali di crisi? No, la flessione del settore turistico che sta investendo Napoli e la Campania è momentanea e dipende dalla maggiore offerta nel Mediterraneo. Ne è convinto Agostino Ingenito, presidente di Abbac, l’associazione indipendente che riunisce gli affittacamere e i b&b in regione, secondo cui negli ultimi anni sono aumentati i viaggi verso le destinazioni che un tempo erano considerate “poco sicure” e questo ha, inevitabilmente, comportato una diminuzione delle prenotazioni nei luoghi più apprezzati in passato.

Rallentamento che, comunque, è fisiologico e può essere tenuto a bada solo reinventando la tipologia di offerta: “L’operatore di settore non può essere colui che compra un appartamento e, magari, pensa di rientrare delle spese e guadagnare affittandolo” – spiega Ingenito -. “Deve imparare a diversificare la proposta, lavorando in sinergia con le forze di mercato: creando pacchetti ‘ad hoc’ per le esigenze del cliente, fornendogli informazioni, erogandogli non solo un servizio ma un’esperienza”. Esperienza che spesso, soprattutto negli ultimi tempi, può rivelarsi un incubo: sono tante, infatti, le strutture “abusive”: giusto la scorsa settimana sono stati ben 3 gli appartamenti sequestrati perché non a norma. Prima è toccato a una struttura ricettiva ricavata senza permessi da una abitazione di proprietà del Comune; poi sono stati scovati altri due esercizi abusivi, uno in via Mezzocannone, e una in via Benedetto Croce dove mancavano i requisiti di abitabilità.

“Portiamo avanti una battaglia con la Polizia turistica e siamo sicuri di poterla vincere” – dice ancora il presidente di Abbac -. “Prima di tutto, auspichiamo la nascita di un codice identificativo, ossia un codice che online possa identificare la struttura come conforme alle disposizioni di legge. Disposizioni che sono: la SCIA amministrativa, cioè il certificato di avvio attività; il rispetto delle norme strutturali dell’immobile; la denuncia entro 24h degli ospiti; la riscossione della tassa di soggiorno e, soprattutto, prezzi adeguati al mercato. Far
passare un ‘basso’ per un’esperienza di viaggio non solo non è corretto ma è anche assurdo”. Tra le linee programmatiche per “rinverdire” quello che un tempo rappresentava il meglio del “Made in Naples”, l’auspicio che da Palazzo San Giacomo “si rendano conto che l’imposta di soggiorno deve essere utilizzata investendo nel turismo, non in altre attività”.

 di Ornella d’Anna