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Napoli – Sul boom di voli a Capodichino, in pieno centro abitato, si profila un potenziale conflitto tra Comune di Napoli e Regione. Il consiglio comunale, infatti, ha approvato un ordine del giorno: l’atto impegna l’amministrazione a sollecitare Palazzo Santa Lucia per la riscossione dell’Iresa. Si tratta di una tassa “volta a migliorare il sistema di monitoraggio dell’inquinamento acustico ed a ristorare – spiega l’odg –  i cittadini che subiscono l’inquinamento acustico per il passaggio degli aeromobili”. L’ok al documento è arrivato nella maratona notturna di via Verdi, nella quale l’aula ha dato il via libera al bilancio previsionale 2023-2025. “Migliaia di cittadini Napoletani, a causa dell’incremento del traffico aereo che ha superato gli 80.000 movimenti all’anno da e per Capodichino – si legge nell’ordine del giorno sottoscritto dai consiglieri del gruppo “Manfredi Sindaco”, Gennaro Esposito, Fulvio Fucito, Sergio Colella, Luigi Musto, Walter Savarese d’Atri, Gennaro Demetrio Paipais – stanno subendo un inquinamento acustico inaccettabile per il passaggio di aeromobili sulle loro abitazione, perdendo la pace e la tranquillità quotidiana. Numerose sono le proteste di cittadini di interi quartieri della Città del Centro Storico, del Vomero/Arenella, Capodimonte, Stella San Carlo all’arena/Piazza Carlo III e di recente Chiaiano/Marianella dell’area Nord di Napoli”. Dinanzi a ciò “è inaccettabile che – scrivono i firmatari – la Regione Campania non provveda alla riscossione dell’Iresa, ovvero non risponda alla esplicita richiesta dell’amministrazione comunale, relativa alla tassa”. Il tributo sarebbe dovuto da Gesac, gestore dello scalo.
 
“Addirittura il ragioniere generale Comune – dichiara Esposito -, a una richiesta esplicita, dice che la Regione non ci ha nemmeno risposto”. Con Gesac, peraltro, è in atto un altro contenzioso, relativo alla tassa d’imbarco. La società è già ricorsa al Tar contro l’addizionale di 2 euro a passeggero in partenza da Capodichino, stabilita da delibera del consiglio comunale. Ma sul braccio di ferro per i voli, si registra una denuncia choc. “Ho chiesto che per il problema dell’Area Nord Gesac dovesse sedersi con questa amministrazione e creare un punto d’incontro perché  – afferma il consigliere Claudio Cecere (M5S) – è impensabile, vi vorrei far venire sulla zona di Piscinola, Marianella, Chiaiano, Mugnano. Accade che degli aerei volano a quota così bassa che praticamente veniamo bagnati dal gasolio oppure all’improvviso vedi delle nubi bianche che scendono e quindi inquinano quello che è l’unico polmone rimasto a Napoli, cioè l’Area Nord”. Cecere racconta: “Prima avevo un’idea che dobbiamo tutelare il turismo, oggi mi dico che questa roba sta portando veramente tanto disagio, non solo a livello di inquinamento acustico: secondo me ci sarà un inquinamento che avrà ripercussioni sugli alberi da frutta”. L’esponente pentastellato torna a chiedere “un tavolo di confronto per arrivare a una soluzione”. Cecere però ammette come sia “impensabile” chiudere ora lo scalo aereo. Tuttavia, per lui, occorre rilanciare l’apertura al traffico commerciale di Grazzanise. Un progetto accantonato da anni, a vantaggio della soluzione Salerno-Pontecagnano. Chi protesta per il viavai di aerei a Capodichino, tuttavia, non reputa il “Costa d’Amalfi” adeguato ad assorbirne il traffico in eccesso. “Cercare di ripartire, con l’aeroporto di Grazzanise questa mole di aerei, oggi – sostiene Cecere – diventa un’esigenza”.