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NAPOLI – La matrice del duplice omicidio di ieri sera, che ha lasciato senza vita Biagio Palumbo e Vincenzo Mele, potrebbe essere legata ad una vendetta clamorosa messa a segno dai Nappello, spalleggiati dai Licciardi che puntano alla conquista dell’impero economico del clan Lo Russo. Nessuno fa fuoco in via Janfolla passando inosservato. Chi ha assassinato i due sapeva di entrare in un bunker dove poteva anche non uscirne più. Ecco perché gli investigatori ritengono che non sia da escludere del tutto neanche la pista interna, quella che porta direttamente al quartiere generale dei vecchi Lo Russo. Il carattere e il carisma criminale dei due era tanto e in un clan tutto da ricostruire potevano essere due figure ingombranti. Ecco il motivo per il quale non si può del tutto escludere che i due siano stati assassinati da persone che conoscevano, con i quali avevano contatti e con i quali avevano un appuntamento. La zona è strettamente controllata dalla criminalità organizzata, nell’area ci sono piazze per lo spaccio di sostanze stupefacenti ad ogni angolo e in ogni angolo ci sono quindi sentinelle che avvertono di strani movimenti. Ieri sono stati esplosi decine di colpi da due uomini in sella ad uno scooter. Ma questa è una pista suggestiva, questo perché la pista principale porta ad un vendetta del gruppo Nappello, quello che avrebbe preso il controllo della parte “alta” di Miano, la zona che arriva fino al cimitero degli inglesi. La parte “bassa” è invece ad appannaggio del ricompattata clan Lo Russo. A cadere due personaggi di spessore. Palumbo, 53 anni, era molto vicino a Calo Lo Russo “Carlucciello”, ora pentito. Antonio Mele, 57 anni, era invece la mente strategica della cosca. Entrambi hanno scontato numerosi anni di carcere per estorsione, camorra e traffico di droga sempre in nome e per conto del clan Lo Russo.