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“Abbiamo sottoscritto un patto elettorale, costretti da una legge che praticamente obbliga agli accordi, pena l’irrilevanza” dichiara Mara Carfagna in un’intervista a ‘Il Messaggero’, ma parlare di alleanza con il Pd “è una parola esagerata”.

“È un patto fondato sulla continuità del Piano di Ripresa e del metodo Draghi” e “per difendere la ripresa italiana messa a rischio dall’irresponsabilità del Movimento 5Stelle, della Lega e purtroppo di Forza Italia”. Il documento sottoscritto da Letta e Calenda è “un patto di salvezza nazionale” che “ogni liberale può sottoscrivere: c’è l’europeismo, l’atlantismo, c’è il sì esplicito alle infrastrutture energetiche, la lotta alle diseguaglianze e la riduzione delle tasse”.

“Potevo comodamente restare sul carro dei presunti vincitori, dove un posto mi era stato assicurato – osserva la ministra ex Forza Italia, appena confluita in Azione -. Ho scelto in coerenza con le mie idee e la mia storia liberale e moderata”.

A Berlusconi direbbe: “Ma li hai visti i dati sull’economia? Lo hai visto il boom dei posti di lavoro? Non ti viene il dubbio che era meglio aspettare otto mesi e andare al voto alla scadenza ordinaria, dopo aver messo in sicurezza il Paese? Sarei rimasta volentieri nella mia casa, quella per la quale ho lavorato tanto tempo, se solo la mia casa avesse avuto rispetto per i cittadini, i loro bisogni e le loro speranze”.