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Napoli – La prima giornata dell’Assemblea annuale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, che quest’anno si svolge al Centro Direzionale di Napoli, si è aperta con i saluti del garante Samuele Ciambriello che, in qualità di padrone di casa, ha illustrato brevemente la situazione del sistema penitenziario campano. Una regione, quella ospitante l’assemblea che, come sottolinea Ciambriello, è terra di contrasti che mette insieme scenari estremamente critici ed esperienze di eccellenza e innovazione.  

Riguardo ai primi, il garante campano fa menzione dei problemi di sovraffollamento che continuano ad essere un triste primato a livello nazionale, all’aumento dei suicidi, al progetto incompiuto del carcere di Nola. Una struttura, quest’ultima che, se realizzata, avrebbe dovuto rispondere alle esigenze di gestione penitenziaria più avanzata e di grande innovazione. “O non ci sono fondi – lamenta Ciambriello – o se ci sono non vengono utilizzati”, come i 12 milioni di euro destinati da tempo alla ristrutturazione dei padiglioni fatiscenti del carcere di Poggioreale e lasciati colpevolmente nel dimenticatoio. Ciambriello ha però anche sottolineato la valenza positiva dell’istituzione del polo universitario al Centro Penitenziario “Pasquale Mandato” di Secondigliano e della sua crescita.

Per Stefano Anastasia, garante delle regioni Lazio e Umbria e portavoce della Conferenza nazionale dei garanti territoriali, quello che stiamo vivendo è il momento più difficile della  pandemia. Una difficoltà dovuta alla convivenza col problema e con gli altri; e questo è doppiamente vero per i detenuti. Per il garante l’aumento, anche se leggero della popolazione carceraria, desta preoccupazioni e impone di tenere alta la guardia ma di evitare al tempo stesso l’isolamento nell’isolamento. “Bisogna dare fiducia ai detenuti per ricevere fiducia” ha aggiunto Anastasia che ha fatti riferimento a errori compiuti di recente nella gestione delle carceri, come quello dell’interruzione dei colloqui con i familiari dei ristretti lo scorso marzo. Il garante ha riconosciuto la capacità del sistema di contenere il contagio grazie a interventi che però non devono essere posti in atto solo nei momenti di crisi. Nel suo intervento, Anastasia ha anche denunciato la mancanza di infrastrutture adeguate e i ritardi esistenti nel settore che, ha precisato, è entrato nel XXI secolo con il ricorso alle moderne tecnologie di comunicazione a distanza grazie al Covid-19. 

In apertura dei lavori è stato anche letto il saluto del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede all’Assemblea. Bonafede ha fatto presente l’impegno del ministero da lui presieduto per migliorare la situazione in cui si trova il settore e auspicato a questo scopo un sempre più saldo rapporto di collaborazione fra i soggetti attivi in questo campo.

Il sottosegretario di Stato alla Giustizia Andrea Giorgis ha affermato in collegamento che il governo ha disposto l’attivazione di investimenti significativi per attuare l’imperativo costituzionale della funzione rieducativa della pena e per il reinserimento sociale dei detenuti.

Per Antonio Fullone, provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Campania, quella dei garanti è una presenza che contribuisce allo sviluppo della coscienza critica e offre occasioni di crescita civile.

Per David Porrello, della conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative regionali e delle Province autonome, è necessario un cambiamento di mentalità a livello di opinione pubblica, sulla questione carceraria. Necessario a suo avviso un maggiore impegno delle istituzioni a far conoscere meglio il lavoro dei garanti contribuendo in questo modo a un processo di presa di coscienza da parte della società civile. 

Monica Buonanno, Assessore alle Politiche sociali e Lavoro del Comune di Napoli, ha sottolineato l’importanza della scelta fatta dalla giunta cui appartiene nel nominare un garante cittadino, figura di carattere strategico per una città complessa come Napoli e di appoggio a quella del garante regionale. L’Assessore ha anche posto l’accento sull’importanza delle attività di formazione in carcere e ricordato che le migliori politiche sociali sono quelle del lavoro.

Per Gemma Tuccillo, Capo Dipartimento Giustizia minorile e di comunità, quello del garante è un ruolo di osservatore privilegiato della realtà carceraria a maggior ragione nelle strutture che ospitano minori e che l’attività del garante è uno stimolo per tutti i soggetti attivi nell’universo carcerario. Dopo la pausa pranzo i lavori sono ripresi con la proiezione del cortometraggio “Into your eyes”, realizzato da 15 ragazzi “a rischio” nell’ambito di un progetto di recupero finanziato dalla Regione Campania e dal Garante dei Detenuti della Regione Campania. 

Michele Marone, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha sottolineato l’importanza dell’impegno volto alla risocializzazione del reo e posto l’accento sul ruolo fondamentale svolto dai garanti in tale contesto. Dopo la pausa pranzo è intervenuto anche Bernardo Petralia, Capo Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. 

Petralia ha affermato, nel corso dei suoi primi neanche cinque mesi a capo del Dipartimento, “Ho riscontrato una serie di problematiche molto varie e la necessità di un maggior livello di collaborazione fra le figure attive nel settore”
Il relatore ha precisato che uno dei suoi primi impegni nella carica che attualmente occupa, è stato quello di confrontarsi con il sistema di garanzie che, ha affermato, appartiene alla sfera dei diritti e dei doveri esistente nell’universo carcerario. “I garanti sono custodi del rispetto dei diritti e dei doveri caratterizzanti l’ambito in questione e auspico la realizzazione di un sistema reticolare che permetta ai soggetti operanti in ambito carcerario di svolgere la loro attività su un piano di maggiore e più efficace consonanza”.
Il capo del dipartimento ha così concluso: “il sistema carcerario ha le sue falle, l’aiuto dei garanti, il dialogo con loro, la visione molto volte diversa da loro porta comunque a risultati, se riescono ad armonizzare il loro ruolo sul territorio”. Il Capo Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ha quindi sottolineato l’opportunità che si arrivi all’armonizzazione delle attività di garanzia attraverso un sistema di regole protocollari che consentano confronti più mirati ed efficaci.