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Napoli – Dopo il caso di due dirigenti e due poliziotti risultati positivi al coronavirus a Napoli, scoppia la protesta degli operatori di sicurezza che affidano le loro preoccupazioni a diversi comunicati stampa a firma della sigla Ups sicurezza Napoli. Innanzitutto chiedono con fermezza una sanificazione degli ambienti dove lavorano centinaia di agenti di polizia e poi la chiarezza su alcuni provvedimenti presi dal questore di Napoli. “Quali atti ha messo in pratica per difendersi dalla epidemia coronavirus? Ci sono profilassi in atto? Sono stati fatti dei tamponi? Chiediamo immediatamente un’ispezione sanitaria con la partecipazione dell’ ispettorato generale e dell’Asl, per comprendere se l’attuale prevenzione sia idonea nella difesa dei diritti della categoria”, scrivono. Altro punto dolente sul quale chiedono invece interventi drastici riguarda i servizi che molti operatori fanno al Nord. “Riteniamo doveroso che si attui una sospensione immediata di tutti i servizi ordinari di servizio al pubblico localmente e straordinari posti in essere dal dipartimento ed eseguiti dalle varie specialità, nessuna esclusa, nonché i servizi di controllo per il controllo del fenomeno della guida in stato di ebrezza”, e ancora – basta con le aggregazioni poliziotti dal nord Italia al sud Italia”. L’Upl polizia ritiene a rischio anche il lavoro degli agenti del Reparto prevenzione crimine Campania, “situato presso la Caserma Nino Bixio dove è presente anche il IV Reparto Mobile di Napoli, nonché molti atri uffici di diversa natura, con contestuale presenza anche di personale civile del Ministero dell’Interno, sono state disposte dal Superiore Ministero, aggregazioni di uomini e donne automontati presso la Questura di Lodi per i noti servizi di prevenzione“.