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Napoli –  Ultima spiaggia: Vincenzo De Luca e il Pd. Cerca disperatamente l’approdo Luigi de Magistris mentre la sua maggioranza naufraga. Il sindaco di Napoli senz’altro balla per i numeri, ormai tenuto in ostaggio. Ma soprattutto trema per il suo futuro politico. Da una parte le Politiche non sono di certo alle porte e dall’altra i portoni di Palazzo Santa Lucia sono difficili da varcare. Sfoglia l’agendina dei numeri romani, mentre anche Articolo Uno, quel pezzo di sinistra che lo sosteneva, esce dalla cabina di regia creata a Palazzo San Giacomo coi partiti. Anche con quelli d’opposizione, che man mano però si sfilano. Chiede per i prossimi giorni l’incontro con il segretario Pd, Nicola Zingaretti, poi telefona al Governatore Vincenzo De Luca, in nome ora della collaborazione istituzionale, senza rinunciare agli attacchi e alle critiche. Il sindaco scassatutto di una volta cerca così l’accordo per trovare il paracadute politico. Che ci sia la scadenza naturale del suo mandato o lo scioglimento anticipato, l’ex pm punterebbe ad un incarico romano, magari all’Anac. Sul tavolo della trattativa l’appoggio alle regionali a De Luca ed una condivisione sul futuro candidato sindaco. Una trattativa complicata soprattutto ora che de Magistris dimostra di avere poca forza nel suo stesso Consiglio dove perde pezzi, così come nelle municipalità.

Verso altri lidi caldi e renziani spiaggia ora il consigliere comunale Gabriele Mundo, lo stesso che per intenderci in una delle ultime interviste ad Anteprima24 disse “Noi siamo soldati di de Magistris”. E che pochi giorni fa ha abbandonato la sentinella napoletana, come si è definito il sindaco. Non l’unico a salire sulla scialuppa Italia Viva, raggiungendo Carmine Sgambati insieme a Manuela Mirra. Mentre sulla scaletta ci sono altri pronti a montare provenienti dal gruppo misto – dal vicepresidente del Consiglio comunale, Fulvio Frezza a Luigi Zimbaldi – fino al consigliere di Napoli Popolare, Domenico Palmieri. Sulla carta sono quattro i consiglieri comunali che de Magistris ha in più, ma su molti non può metterci la mano sul fuoco. A partire dai due consiglieri dei Verdi stanchi di un posto in giunta (a Marco Gaudino era stata promesso un assessorato) che non è mai arrivato. A fine giugno in Aula il bilancio consuntivo, il 31 luglio il previsionale. Ma in fondo quanti consiglieri sono realmente disposti a sfiduciarlo, lasciando la poltrona mesi e gettoni prima? Piuttosto che ‘lavorare’ fino all’ultimo con accordi, accordicchi, ricattucci. Inserendo magari quella strada o qualunque altra cosa stia loro tanto a cuore in bilancio. E, soprattutto, se tra qualche mese si aspira poi a sedere sugli scranni regionali.