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Napoli – Strade piene, la Campania, Napoli e la sua provincia mettono in mostra il vestito migliore in occasione dell’arrivo dell’ottava tappa del 105° Giro d’Italia.

Strade piene, tanta passione, tanto colore, ma soprattutto tanta correttezza da parte degli spettatori che hanno assiepato le strade del percorso lungo 153 km. E il premio a tanta passione è arrivato grazie a una tappa in bilico fino alla fine, coi grandi protagonisti che hanno messo il naso fuori sin dalle prime battute, dalla partenza di Piazza del Plebiscito, con il via dato dal sindaco Manfredi.

Percorso tecnico, lasciato il capoluogo, scalata lungo la collina di Posillipo per poi scendere verso Bagnoli e attraversare l’area flegrea. Visita a Pozzuoli, Quarto, Lago Patria, Bacoli e il circuito di Monte di Procida, affrontato per quattro volte, con l’arrivo sul Lungomare di via Caracciolo.

Per nulla scontata questa tappa, complicata anche se relativamente corta e dal coefficiente non altissimo, ma aveva le sue insidie, aveva i suoi strappi, aveva le sue criticità. Terreno adatto per Van der Poel, maglia rosa alla prima e favorito numero uno insieme a Girmay. E in effetti i due si sono lanciati subito in fuga, hanno fatto saltare il banco immediatamente ma hanno avuto la sfortuna di essere seguiti da un nutrito gruppo che si è portato fino ai 4’ di vantaggio sulla maglia rosa Lopez.

Altro strappo del campione olandese, nipote d’arte, e gruppo scremato ma non completamente, tanto che il contrattacco ha portato alla fuga vincente. Quella condotta da Gabburo, Vanhoucke, Arcas e De Gendt. Due della Lotto, questo è stato il grande vantaggio che ha condotto De Gendt all’arrivo sul Lungomare con le braccia alzate, regolando l’italiano e Arcas. Van der Poel e Girmay hanno alzato bandiera bianca, non sono riusciti a colmare i 9’’ di svantaggio e hanno dovuto cedere. Sono loro gli sconfitti di giornata, perché questa tappa era disegnata proprio per le loro caratteristiche.

Premio, invece, per il corridore solitario, quel De Gendt che ha portato a termine la corsa perfetta, tra sofferenza e sacrificio, tirando sempre il gruppo in fuga.

Resta in rosa Lopez (che ha mangiato una pizza prima della partenza) che ha messo la sua squadra, la Trek Segafredo, a lavorare negli ultimi chilometri per rimettere nuovamente a distanza un Martin che si era portato al secondo posto virtuale a pochi secondi di distanza nel corso della gara. Il leader ha anche la maglia bianca. La ciclamino è sulle spalle di Demare, mentre la maglia azzurra resta sulle spalle di Bouwman.

Ma resta una grande giornata per la Campania, uno spot per una terra, nell’anno di Procida capitale della Cultura, da ricordare. Napoli e la sua provincia hanno saputo rispondere nel modo migliore alla carovana in rosa che ha regalato uno spettacolo di primo piano.