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Applicare al mondo del calcio la lezione appresa dal mondo del cinema: per Aurelio De Laurentiis è questo il segreto del successo che ha portato il suo Napoli a vincere lo scudetto. In un’intervista al Financial Times, il produttore cinematografico e presidente dalla squadra di calcio partenopea ripercorre “l’avvincente storia di svolta” impressa dal momento dell’acquisizione di un Napoli in bancarotta al “finale da favola” scritto il 4 maggio scorso e risultato di “una strategia non ortodossa del proprietario”.

“Nel relitto del Napoli, che non si era mai ripreso dall’infatuazione per il geniale e travagliato Maradona, De Laurentiis ha intuito uno scenario avvincente di inversione di tendenza”, scrive il Financial Times. Un copione, quello scritto dal produttore, che a volte ha attirato le critiche dei tifosi, infuriati dall’ “ostinato senso degli affari di De Laurentiis”, osserva il quotidiano della City, ricordando le polemiche suscitate dalla decisione di vendere tre delle star più amate del club, tra cui l’eroe della città natale, Lorenzo Insigne e il difensore senegalese Kalidou Koulibaly, ceduto al Chelsea.

“Mi è stato chiesto qual è il tuo obiettivo quest’anno, perché hai lasciato andare i giocatori più importanti e ingaggiato degli sconosciuti”, racconta De Laurentiis al Ft. “Quando ho detto loro che il mio obiettivo è vincere lo scudetto, sembrava che stessi bestemmiando. Ma abbiamo vinto”. Nonostante fosse arrivata terza in Serie A l’anno scorso, il presidente del club era convinto che la formazione andasse cambiata. “La loro voglia di vincere era esaurita”, ha detto. “Non ci credevo più. Forse mi sbagliavo. Ma io sono il proprietario. Io decido”. Una mossa che ha portato alla vittoria, perché, spiega, il Napoli è “un gruppo, e non una sola stella”. Aspro è anche il rapporto di De Laurentiis con magnati e fondi di investimento che acquistano club e poi delegano le decisioni chiave. “Il calcio italiano non progredisce perché le decisioni non vengono prese in fretta”, racconta il presidente del club. “Quando sei un fondo di investimento, cosa ne sai della gestione di un calciatore?”. De Laurentiis però non si illude della momentanea luna di miele con i tifosi del Napoli e non esclude tensioni future: “Il problema è che il calcio è composto da due mondi: è uno sport e un’industria. Se non vinci, ai tifosi non importa se sei bravo nel bilancio. Per loro, è meglio che tu fallisca. Ma devi vincere”.