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Un giro alla scoperta delle bellezze storiche e ben valorizzate oggi al Quartiere Sanità di Napoli. Così si è conclusa la visita dei dirigenti internazionali dell’Unesco che fino a ieri sera hanno lavorato sui progetti internazionali a Palazzo Reale. Oggi i delegati e la direttrice generale, Audrey Azoulay, hanno scelto di visitare il Rione Sanità di Napoli prima di lasciare la città.
La dg ha visitato le Catacombe di Napoli, la Basilica di Santa Maria della Sanità, il Presepe Favoloso, il Cimitero delle Fontanelle, i murales in Piazza Sanità e la Chiesa di Santa Maria Maddalena ai Cristallini insieme ai giovani della cooperativa La Paranza, i luoghi di un quartiere storico di Napoli dove si è sviluppato un reale processo di rigenerazione sociale e culturale, con l’attività dalla coop ‘Paranza’ e dalla Comunità di patrimonio del quartiere. Un processo che ha cambiato il destino del quartiere e della sua comunità, come ha raccontato don Antonio Loffredo, che ne è stato l’ispiratore, intervenendo alla Conferenza Internazionale Unesco ieri al Palazzo Reale.
I delegati hanno visitato con grande interesse le bellezze dei luoghi della Sanità che contengono arte e misteri dei secoli e che oggi sono tra i luoghi più scelti dei tanti turisti che arrivano a Napoli. Ma ai delegati è stata anche narrata l’esperienza della cooperativa La Paranza, un esempio di innovazione sociale e rigenerazione urbana che ha suscitato grande ammirazione in tutti i rappresentanti Unesco, colpiti e affascinati dal profondo senso di umanità che hanno poi riscontrato durante la visita al quartiere. Al termine del percorso la direttrice Unesco Azoulay ha affermato: “Ho vissuto un’esperienza originale e potente che permette di riscoprire un patrimonio sottostimato che è la Sanità, un quartiere popolare, dove non entravano visitatori. La Paranza ha permesso di far conoscere il patrimonio culturale del quartiere attraverso il coinvolgimento dei giovani, mettendo a disposizione della comunità spazi abbandonati. È un esempio straordinario di coinvolgimento, di partecipazione della comunità locale nella riscoperta del proprio patrimonio e anche di impegno per il coinvolgimento dei giovani nella cultura…tutti valori condivisi con Unesco”.
Ciò che è accaduto al Rione Sanità è, in effetti, la manifestazione concreta di cosa succede quando si dà piena attuazione ai principi della Convenzione di Faro, ovvero la testimonianza di quanto i patrimoni culturali non abbiano solo una funzione artistica ed estetica né tanto meno turistica, ma siano in grado, nella misura in cui vengono resi fruibili ed intesi come beni comuni messi al servizio della comunità, di incidere realmente sui processi di rigenerazione urbana e di inclusione sociale. Il caso della Paranza e delle Catacombe di Napoli è presente anche tra le 60 migliori pratiche presenti nel catalogo “Cultural Heritage in Action” dell’Unione Europea, pubblicato nel marzo 2023 per fornire alle città e alle regioni d’Europa linee d’indirizzo e casi esemplari per affrontare le principali sfide della contemporaneità: la disuguaglianza e l’esclusione sociale, la rapida urbanizzazione, i cambiamenti nei sistemi di governance e il cambiamento climatico.