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“Ho sbagliato, sono amareggiato. Credevo che accendere un petardo, con attenzione, non potesse comportare alcun pericolo e invece non è assolutamente così. I botti sono sempre rischiosi e l’unico modo per evitare problemi è non usarli. Sono stato ingenuo e, nonostante quanto accaduto, mi sento un miracolato”. 

È rammaricato Ciro Belfiore, docente universitario in pensione. Il 77enne originario di Portici racconta sulle colonne de Il Mattino che a Capodanno, poco prima della mezzanotte, un botto gli è esploso in mano causandogli l’amputazione parziale di tre dita della mano destra. “Mi stavo accingendo a provare uno dei pochi botti che, in famiglia, avevamo acquistato per Capodanno. Ero sul balcone – spiega – e avevamo quasi concluso la cena perché mancavano più di due ore allo scoccare della mezzanotte. In quel momento ero solo. Avevo appena acceso la miccia quando, immediatamente, è esploso il petardo. Non ho avuto neanche il tempo di reagire o di allontanarmi perché, praticamente, mi è scoppiato in mano e, un secondo dopo, ho visto che ero completamente ricoperto di sangue”.

Dopo l’esplosione l’uomo è stato raggiunto dai suoi familiari: “Qualcuno ha preso un asciugamano – racconta – e mi ha coperto la mano, comprimendo l’emorragia. Muovevo il braccio ma non sentivo la mano. L’unica cosa che riuscivo a vedere, era un’enorme quantità di sangue che fuoriusciva dall’arto e mi aveva ricoperto ma non ho mai perso conoscenza”. 

Ciro è rimasto vigile dopo l’incidente e, per questo, i familiari non hanno chiamato i soccorsi ma lo hanno accompagnato all’ospedale Vecchio Pellegrini. “Ricordo – aggiunge – di aver pensato che il filo della miccia era troppo corto. Lo scoppio è stato così veloce rispetto al momento dell’accensione che, ho immaginato, non ci fosse il filo sufficiente per accenderlo regolarmente ma non posso esserne sicuro. C’è anche la possibilità che il petardo fosse difettoso. In realtà, c’era un numero molto limitato di fuochi e buona parte, credo fossero stati acquistati presso negozi ma non posso escludere che qualcuno fosse stato comprato in strada. In ogni caso, si trattava solo di petardi”.
Non era la prima volta che il 77enne accendeva un petardo: “Non mi era mai capitato alcun incidente. In famiglia non abbiamo l’abitudine di sparare molti fuochi ma, in occasione del Capodanno, accendiamo qualche petardo. Parliamo di quantità veramente limitate. Fino a oggi, si trattava di una specie di tradizione in ricordo dei fuochi che piacevano a mio padre e, nel contempo, sparare qualche botto rappresentava un rito simbolico per salutare il vecchio anno. Sicuramente non lo faremo mai più. Ho sbagliato. Sono profondamente amareggiato per me ma, soprattutto, per aver fatto preoccupare i miei familiari. I botti sono sempre rischiosi e l’unico modo per evitare problemi è non usarli. Questo ragionamento vale anche per chi accende un solo petardo. Sono stato ingenuo e, da quando è accaduto, penso all’errore che ho commesso” dice l’ex professore universitario. 

“Un attimo dopo l’esplosione ho avuto paura che potesse accadermi il peggio. Ho pensato di morire o di avere conseguenze ben più gravi rispetto a quello che mi è accaduto. Nel mio passato, oltre alla carriera universitaria come professore di Fisica medica, mi sono anche dedicato al catechismo e, in questo caso, posso dire di sentirmi veramente miracolato. Le ferite che ho riportato non mi impediranno di continuare a fare la mia vita e non vedo l’ora di tornare a casa”.

Belfiore racconta di aver avuto il privilegio di insegnare oltre il pensionamento, fino a 74 anni, e conclude lanciando un messaggio ai giovani e non solo: “Con i botti non si è mai al sicuro anche quando crediamo di avere tutto sotto controllo”.