- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

NAPOLI – Dopo due anni di stop forzato a causa dell’emergenza Covid, Libera è tornata in piazza nel primo giorno di primavera per ricordare le vittime innocenti delle mafie. Per l’occasione, la manifestazione nazionale si è tenuta a Napoli. E sul palco allestito in piazza Plebiscito si sono elencati tutti i 1055 nomi delle vittime della criminalità organizzata.

Don Luigi Ciotti, il leader di Libera, davanti ai parenti delle vittime, al presidente della Camera Roberto Fico, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e a migliaia di ragazzi arrivati anche da fuori Regione, ha lasciato a verbale alcune frasi che saranno ricordate.

A Napoli, ad esempio, farà riflettere quella che spende più volte sull’antimafia: “Antimafia è una parola che dovrebbe essere messa in quarantena prolungata. L’antimafia, infatti, dovrebbe essere un fatto di coscienza a cui seguono una condotta coerente e degli atti conseguenti, non una carta d’identità da esibire, una sorta di bandiera che tanti usano per un loro fine. Del resto, mica c’è qualcuno che si dichiara a favore della mafia?”.

Ora: Napoli è la città del caso-Maresca, il magistrato che in passato si è contraddistinto per la sua azione anticamorra contribuendo a smantellare il clan dei Casalesi, ad esempio, ma che ora contemporaneamente (quanto legittimamente, almeno fino a quando non sarà approvata una riforma della giustizia che vieti le cosiddette ‘porte girevoli’) fa il politico nelle istituzioni.

Don Ciotti, si riferiva a lui?

“No, assolutamente no. Io non entro mai nello specifico, nel caso personale: parlo al Paese, in generale”.

E comunque: dal palco, don Ciotti ricorda ai ragazzi che “bisogna avere sempre il massimo rispetto e la massima fiducia verso le istituzioni”.

Che “la variante più pericolosa della pandemia è la malavita che specula sulla crisi”.

Che “è importante quanto augurabile l’immunità dal virus” ma che, invece, è da condannare “l’immunità dalla responsabilità che investe tutti noi”.

A proposito dei ragazzi che “hanno sbagliato ma che ora stanno rialzando la testa anche con l’aiuto dei parenti delle vittime”, che non basta una pacca sulle spalle e dire ‘non lo fare più’: “La pacca-terapia non ha aiutato mai nessuno”.

E il gran finale rivolto ai politici: “No all’aumento fino al 2% del Pil per le spese militari” mentre “le politiche sociali sono considerate un costo”.

“Libera sarà una spina nel fianco per coloro i quali non faranno la cosa giusta”.

E, se questo non bastasse, “sappiano che andranno all’inferno”.