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Napoli – “Quella dose doveva andare a me, un altro collega in fila o un infermiere ma non a De Luca”. Sono le parole di rabbia di Luigi Ricciardelli, chirurgo presso l’ospedale Cotugno di Napoli, rimandato a casa senza effettuare la vaccinazione anti-Covid e che intervistato dal ‘Mattino’ si scaglia contro il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. Il tema è il vaccino somministrato al presidente ma non sarebbe stato il solo a essere selezionato senza rispettare i criteri della ‘prima linea’: “Ho visto anche alcuni dirigenti amministrativi e dipendenti”. Come riporta il quotidiano, Luigi si è occupato anche di malati Covid e in merito a De Luca e alla gestione della pandemia dichiara: “De Luca ha una personalità forte, qualsiasi sua decisione credo avrebbe scatenato reazioni: pro e contro, come dimostra anche l’esito controverso del sondaggio del Mattino.it. Non ho un parere così netto, anche se faccio anche io politica con Italia Viva. In qualità di responsabile della sanità in Campania, la sua adesione immediata alla campagna può essere un segnale: ma a chi ha dato l’esempio, in questo caso? A medici e infermieri?”. Proseguendo l’intervista il chirurgo parla dell’esclusione dalla campagna di vaccinazione: “Il governatore è più importante di me… E, in caso di malattia dovuta al Covid, è comunque più facile sostituire me, nonostante la carenza di personale sanitario in organico, che il presidente della giunta regionale. Ma vorrei sottolineare che lui non è stato l’unico inserito con un criterio diverso da quello della “prima linea”. Secondo le raccomandazioni del ministero della salute, pubblicate sul sito istituzionale, il vaccino avrebbe dovuto essere somministrato esclusivamente a medici e infermieri e ospiti delle residenze sanitarie assistenziali e, io ritengo, in particolare agli operatori in servizio nei Covid Center, in rianimazione, in chirurgia, in pneumologia, al pronto soccorso e in infettivologia, e non anche a dipendenti o dirigenti amministrativi” prosegue Ricciardelli. – “Sono arrivato alle 11 e rimasto fino alle 13: ne ho contati 4 o 5. Sia chiaro: anche loro hanno diritto alla fiala, al secondo giro a mio avviso, in quanto non hanno contatti diretti con gli ammalati”. Poi conclude con un passaggio sulle restrizioni di queste festività natalizie: “Condivido in questo le scelte del governatore, perché si è visto com’è andata a finire appena si sono un po’ allentate le prescrizioni: è diventato tutto una festa, si è esagerato. Meglio controllare e tenere a freno, riducendo così il pericolo di una terza ondata”.