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Napoli – Il giorno dopo il brutale omicidio di Ornella Pinto, l’insegnante di sostegno uccisa a 40 anni dal compagno con ben 15 coltellate, Napoli è ancora sotto choc. La donna, che viveva nel quartiere San Carlo Arena, è stata lasciata in casa agonizzante da Pinotto Iacomino, l’uomo di 43 anni che non accettava la fine della loro relazione, durata circa sei anni e dalla quale è nato un figlio che oggi ha quattro anni. 

Momenti drammatici quelli vissuti la notte di sabato 13 marzo da Ornella che con una telefonata disperata alla sorella ha provato a chiedere aiuto. “Sto morendo, salvami” le parole della donna che quatto ore dopo in ospedale, intorno alle 10.30, è spirata in seguito alle gravi lesioni polmonari riportate. Iacomino, intanto, era scappato a bordo della sua auto. Pensava di averla uccisa e si è allontanato velocemente nel cuore della notte, incurante del figlioletto che dormiva in una stanza.

Si è poi costituito dopo oltre due ore di viaggio e 350 chilometri percorsi. “Ho ucciso la mia compagna” ha detto all’esterno dei cancelli della caserma di Monteggabione (Terni). Ora è in carcere in attesa della convalida del fermo che arriverà nelle prossime ore. Dovrà difendersi molto probabilmente dall’accusa di omicidio volontario.

Ornella sarà ricordata domani, lunedì 15 marzo, all’ospedale Cardarelli di Napoli. Gli operatori sanitari, la Direzione, il Centro antiviolenza Dafne del Cardarelli e la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, si danno appuntamento alle 12.30 alla panchina rossa dell’ospedale “per testimoniare la volontà di proseguire nella lotta contro la violenza sulle donne e ricordare Ornella Pinto“.