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Napoli – Carnevale è da sempre sinonimo di maschere, carri, falò, scherzi. In questo giorno incantato di sovvertimento dei ruoli lo spirito sembra non farsi problemi a preferire la follia alla ragione e il caos all’ordine per esprimersi e manifestarsi. Questa festività è dunque molto di più di un invito a mascherarsi e vivere una serata di spensieratezza. Il Carnevale, per come noi lo conosciamo e festeggiamo adesso, è  un incredibile mix di antichissime credenze e simbologie che vanno a perdersi nella notte dei tempi. Antropologicamente parlando il Carnevale ha svolto in varie epoche ed in vari popoli un compito rituale molto profondo e significativo. La visita guidata teatralizzata organizzata da “La chiave di Artemysia“, in collaborazione con il Museo del Sottosuolo, ricollegherà le origini del Carnevale ai culti esoterici campani alle Janare e alle figure dei Benandanti. Il pubblico, è invitato a venire munito di maschera, così che per alcune ore si possa provare a perdere la propria identità e comprendere quali fossero i punti cardine di questa festa, dove ognuno, per un giorno, poteva essere l’opposto di se stesso. La piece,  per la regia e drammaturgia di Livia Bertè, consterà di due momenti comunicanti.

Il primo instradato da una guida che illustrerà le caratteristiche storico artistiche del luogo ospitante. Vi sarà poi una spiegazione del culto del Carnevale, come sia cambiato nei secoli e come il Martedì Grasso sia appunto  divenuto il culmine della licenziosità, dei festeggiamenti legati alla morte del vecchio, e della preparazione alla rinascita del nuovo tramite un periodo di austerità, che culmina appunto con la rinascita pasquale. Un occhio di rilievo verrà messo su quelli che erano i riti tipici dell’antico popolo per la protezione ed il “malocchio”, che presentano svariate similitudini in tutti i diversi luoghi dell’entroterra campano: grossi punti di contatto si trovano infatti dal beneventano, al casertano a Napoli. La guida stessa spiegherà dettagliatamente le figure delle Janare e dei Beneandanti: in cosa consistono e qual’era la visione di Virgilio in merito all’analisi di questi personaggi malevoli che, pur cambiando nomenclatura, dalla testimonianza degli antichi testi latini, sembrano essere esistiti sin dalla notte dei tempi.

Il secondo momento cardine sonderà una “magia” intrisa di diverse culture tramite una piece teatrale. Un dramaturgico “viaggio nostrano” mostrerà, attraverso i riti e le usanze del folclore della Regione Campania, quali fossero le “streghe” temute ed allontanate, quali i culti antichi per neutralizzarle. La differenza tra streghe, Janare e beneandanti, spaziando dalle formule apotropaiche del dialetto locale, a racconti di luoghi e proverbi casertani, fino alle fobie per le janare e ai culti friulani di difesa dalle megere maligne. In questa parte dello spettacolo si spiegherà come il Carnevale in Campania sia fortemente connesso a danze popolar rituali, come la pizzica e la tammurriata. A dare un volto a tali ataviche fobie le attrici e coreografe Luisa Leone, e la   stessa   Livia   Bertè,   che   riporteranno   in   scena   “credenze”   troppo   spesso   taciute   o dimenticate, ma tipiche della nostra antica cultura. Un ritorno alle origini, alla cultura ed alle tradizioni campane. Alla fine della piece il pubblico potrà “bruciare” i cattivi propositi ed accogliere la nascente primavera interiore. La visita, completa di spiegazione del sito e spettacolo teatrale, avrà un costo complessivo di euro 13. Si   prega   il   pubblico   di   arrivare   in   leggero   anticipo   per   evitare   eventuali, spiacevoli accavallamenti.

STREGHE JANARE E BENANADANTI,

Il Carnevale esoterico nel folclore campano

REGIA E DRAMMATURGIA Livia Bertè

LA CHIAVE DI ARTEMYSIA

MOVIMENTI COREOGRAFICI: Luisa Leone.

INTERPRETI: Livia Bertè  Luisa Leone