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Napoli – Sabato 27 Ottobre al Liceo Statale “A. Manzoni” di Caserta, in via De Gasperi, la Nuova Accademia Olimpia riprende il XXVI ciclo degli Incontri dell’Umanesimo, dopo la pausa estiva, con una conferenza del Prof. Fulvio Peruggi, del Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini”, Università di Napoli Federico II. L’appuntamento è alle 18:30 presso l’Aula Magna per parlare dei pianeti extrasolari e ricerca di vita aliena.

L’idea che nell’Universo possano esistere altri pianeti, con caratteristiche simili o non alla Terra, orbitanti intorno ad altre stelle (i cosiddetti pianeti extrasolari, detti anche esopianeti), simili o non al Sole, ha attratto ed affascinato il genere umano per secoli, fin dai primi sviluppi dell’astronomia moderna e più recentemente dell’astrofisica, senza però ricevere nel contempo alcuna conferma di questa idea. Ma andiamo molto più indietro nel tempo, a oltre duemila anni fa, per farci un’idea sul livello di conoscenze scientifiche possedute dagli antichi sull’argomento. Nel VI secolo a.c., presso la Scuola Ionica di Talete, la sfericità della Terra era una convinzione ben consolidata. Nel III secolo a.c., Aristarco da Samo, forte dell’evidenza delle misure di Eratostene a sostegno dell’ipotesi di sfericità della Terra, ipotizzò che quest’ultima fosse un pianeta come gli altri che gira sia intorno a se stesso che intorno al Sole. In questo Aristarco aderiva senza riserve alla teoria eliocentrica elaborata da Eraclide Pontico nell’attribuire alla terra un moto di rotazione diurna attorno ad un asse inclinato rispetto al piano dell’orbita intorno al Sole. Gli atomisti, come Epicuro (III secolo a.c.), andarono ben oltre queste speculazioni. Essi affermarono il principio secondo il quale esistono pianeti orbitanti attorno ad ogni stella. Purtroppo, a partire dal II secolo d.c., la visione Tolemaica, geocentrica, fortemente ancorata a convinzioni di natura religiosa, imperò per ben quattordici secoli, rendendo fortemente minoritaria tutta questa vivacità culturale e scientifica degli antichi greci. Soltanto le spinte ideologiche della rivoluzione copernicana e i vigorosi impulsi culturali prodotti dall’applicazione del metodo scientifico tanto in ambito astronomico quanto in quello terrestre furono in grado di imbrigliare tutta la vivacità culturale degli antichi in un quadro scientifico organico avvalorando talvolta anche semplici ma geniali intuizioni. In questo sviluppo l’introduzione del telescopio fu cruciale e decisiva nel dischiudere le porte del firmamento. Si poteva disporre di uno strumento in grado di mostrare un volto del cosmo assolutamente inimmaginabile attraverso l’osservazione diretta ad occhio nudo, unica modalità osservativa usata dall’uomo per svariati millenni. Tuttavia, anche in queste condizioni, per secoli, non siamo riusciti a dare una risposta alla domanda “esistono i pianeti extrasolari?” e, se si, “ci sono di quelli che ospitano la vita?” Fortunatamente, lo sviluppo progressivo delle tecniche e delle strumentazioni osservative sempre più sofisticate ha permesso in tempi molto più recenti di maturare, dapprima con molta prudenza, poi con sempre maggiore decisione e ottimismo, la convinzione dell’esistenza di almeno alcune migliaia di esopianeti con caratteristiche anche molto diverse tra loro. Ciò è stato possibile grazie alla realizzazione di missioni spaziali con sonde-robot aventi a bordo potentissimi telescopi. I telescopi sono dunque operanti nello spazio esterno attraverso un mezzo estremamente tenue, sicchè le immagini inviate a terra non sono affette da apprezzabile disturbo, permettendo in linea di principio osservazioni dirette (ma per la verità molto sporadicamente) e, soprattutto, osservazioni indirette che hanno permesso di scoprire senza soluzione di continuità migliaia di esopianeti. Da valutazioni statistiche preliminari su questa continua mole di dati, la maggior parte degli studiosi ritiene che quasi il 100% delle stelle abbia dei pianeti orbitanti. Inoltre, buona parte degli studiosi ritiene anche che la presenza di forme di vita nell’Universo possa essere un fenomeno spontaneo e ordinario in moltissimi altri sistemi planetari, a parte il nostro.

Quello appena descritto è lo scenario nel quale, sabato 27 ottobre 2018, sarà articolata la conferenza dal titolo “I pianeti extrasolari e la ricerca di vita aliena” che il fisico Fulvio Peruggi, Professore di Meccanica Statistica presso il Dipartimento di Fisica “E. Pancini” dell’Università di Napoli Federico II terrà nell’ambito degli Incontri dell’Umanesimo della Nuova Accademia Olimpia, al suo XXVI anno di attività. L’evento, attesissimo, avrà inizio alle ore 18:30 presso l’Aula Magna del Liceo Statale “A. Manzoni”, ubicato in via Degasperi, con ampio parcheggio auto interno disponibile.

Fulvio Peruggi, classe 1951, laureatosi a pieni voti e la lode presso l’Ateneo federiciano, ha intrapreso, giovanissimo, la carriera universitaria svolgendo attività di ricerca in meccanica statistica. Nel 1982 diventa ricercatore universitario presso l’Istituto di Fisica Teorica della Facoltà di Scienze dell’Università di Napoli e successivamente, nel 1988, professore di seconda fascia, nel raggruppamento disciplinare di Fisica Teorica. Dal 2009 al 2014, è stato Presidente del Consiglio dei Corsi di Studio in Fisica dirigendo i quattro Corsi di Laurea allora incardinati nel Dipartimento di Fisica: Corsi di Laurea Magistrale in Astrofisica e Scienze dello Spazio e Magistrale in Fisica, Corsi di Laurea Triennale in Fisica e Triennale in Ottica e Optometria.

Dotato di pregevoli capacità didattiche e di notevoli abilità espositive, ha svolto attività di divulgazione scientifica svolgendo per anni cicli di seminari nei licei e pubblicando su rivista numerosi articoli di grossa taglia.

Il successivo appuntamento con la Nuova Accademia Olimpia è fissato per il 24 novembre 2018, ore 18:30, sempre al “Manzoni” con una conferenza del Prof. Leonardo Merola, Direttore del Dipartimento di Fisica “E. Pancini” dell’Università di Napoli Federico II, dal titolo “Il Large Hadron Collider: la più potente fabbrica di particelle elementari alla frontiera della conoscenza”.