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NAPOLI – Sui social, gira un grafico del Sole24Ore che evidenzia come il numero dei voti dati al Movimento 5 Stelle sia direttamente proporzionale a quello dei percettori di Reddito di Cittadinanza. Ma il segreto del successo non si può fermare a questa considerazione.

Luca Trapanese, assessore pentastellato alle politiche sociali del Comune di Napoli, la mette così: “Noi vinciamo con il nostro simbolo perché, al di là del Reddito di Cittadinanza, affrontiamo temi che altri dimenticano: dai diritti Lgbt all’ambiente, dal lavoro al welfare. E poi perché siamo in ascolto costante con la gente, che ci vede ormai come il loro partito. Infatti, riusciamo ad essere coerenti e anche concreti. Portiamo a casa risultati indiscutibili. Così facendo, ci sono vicini non solo i cittadini in difficoltà, ma anche quelli di fascia medio-alta”.
 
Tuttavia, anche Trapanese sostiene che il Reddito vada riformato. O meglio, “rafforzato”.
 
E’ una misura che funziona in tutta Europa, ma che qui da noi deve essere rafforzata se vogliamo evitare il rischio di una rivoluzione: c’è un gran numero di famiglie messe in difficoltà dalla crisi non solo qui a Napoli”.
 
Come rafforzare allora il Reddito di Cittadinanza? Presto detto: “Aiutando i Comuni a mettere in campo tutte le misure già previste dalla norma. Dietro al Reddito, qui a Napoli, c’è un grande lavoro che fanno i servizi sociali, ad esempio. E noi dobbiamo sostenerlo”.
 
L’esempio di Palazzo San Giacomo può essere lampante: “Con la Procura dei Minori e la Prefettura, dall’inizio dell’anno scolastico, stiamo monitorando tutti i bambini che riportano un’assenza prolungata tra i banchi di scuola – spiega Trapanese – Abbiamo deciso che i servizi sociali contatteranno le rispettive famiglie una prima volta per un ammonimento. Ma già con una seconda chiamata, una percentuale del Reddito sarà loro tolta. Con una terza, il sussidio sarà ulteriormente ridotto. Fino alla quarta chiamata, con la quale abbiamo deciso di annullare totalmente il loro Reddito“.
 
Sulla base di questo sistema – conclude l’assessore – prima di togliere il Reddito di Cittadinanza, cerchiamo di accompagnare le famiglie in un recupero sociale. Ma intanto abbiamo costruito un database con il quale monitoriamo e cerchiamo di combattere la dispersione scolastica”.