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Napoli – Movida selvaggia nel centro storico, dal Tribunale di Napoli arriva lo stop ai furbetti dell’alto volume. La Quarta sezione civile, con la sentenza appena emessa, condanna lo “Slash” di via Bellini a chiudere «entro le 23 fino a quando non avrà completato i lavori di insonorizzazione interna». Non solo, il celebre locale dovrà anche pagare 100 euro di multa ogni volta che sforerà l’orario imposto dal giudice e versare ai due inquilini del piano superiore, quelli che hanno intentato la causa nei suoi confronti, di 6.500 euro ciascuno a titolo di rimborso per danno morale.
 
La mossa del Tribunale di Napoli, la prima in Italia nel suo genere, archivia così una querelle giudiziaria che si trascina ormai dal 2014. Oggetto del contendere il sempre più maltollerato fenomeno della movida molesta. Lo scontro, nella fattispecie, ha visto protagonisti da una parte gli inquilini Giovanni Citarella e Rita Iannazzone, assistiti dall’avvocato Gennaro Esposito (già presidente del Comitato per la Quiete pubblica), e dall’altra Massimiliano Narducci, titolare della sala concerti “Slash” di via Bellini. Sotto accusa è finito in particolare l’elevato livello di inquinamento acustico causato dal locale.
 
A sostegno della propria tesi in questi quattro anni gli esasperati residenti hanno prodotto e depositato una mole importante di materiale probatorio: filmati, certificati medici e perizie tecniche di parte. Già nel 2016 la loro battaglia sembrava essere arrivata a un primo punto d’approdo. In quella circostanza il Tribunale, dando sostanziale accoglimento alla loro tesi, aveva infatti emesso un’ordinanza che imponeva allo “Slash” la chiusura delle attività commerciali entro le 23 per alcuni giorni. La difesa del locale riuscì però in seguito a ottenere la revoca del provvedimento. Aperitivi, concerti e serate Erasmus ripresero così a fare il proprio corso con buona pace degli inquilini del piano superiore. Arriviamo quindi all’ultimo capitolo della vicenda. Il 30 aprile il giudice della Quarta sezione civile del Tribunale di Napoli, Barbara Tango, ha infatti condannato lo “Slash” a «insonorizzare completamente le superfici». Non solo, il nuovo verdetto ordina anche «di cessare del tutto le attività commerciali all’interno del locale entro le 23 fino a quando non saranno completati i lavori di insonorizzazione».
 
La società è stata anche condannato «a pagare la somma di 100 euro al giorno per ogni giorno in cui la chiusura entro le 23 non sarà rispettata e 100 euro al giorno a partire dal terzo mese successivo alla sentenza se per quella data i lavori non saranno completati». Quanto ai due residenti, il giudice ha riconosciuto il danno morale «quale patema d’animo e sofferenza interiore», pari a un ammontare di 6.500 euro ciascuno. Non provato, invece, il danno biologico. Su quest’ultimo punto, l’avvocato Esposito è pronto però a intraprendere una nuova battaglia in favore dei propri assistiti: troppo esiguo il risarcimento danni fin qui fissato. L’estate rovente della movida partenopea è appena iniziata.