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Napoli – I figli e i genitori dei tre napoletani scomparsi in Messico sono stati convocati in questura a Napoli per il prelievo di campioni organici per poter estrarre il Dna e poterlo usare eventualmente con la comparazioni di altri Dna di persone ritrovate in Sudamerica. Lo rende ha riferito l’avvocato Luigi Ferrandino, legale delle famiglie dei tre napoletani, Raffaele, Antonio e Vincenzo, scomparsi dai 51 giorni in Messico: «Dopo il video appello postato sui social dalle donne delle famiglie Russo e Cimmino – dice Ferrandino – la Farnesina ha contattato i parenti degli scomparsi ai quali ha manifestato la propria disponibilità a fornire assistenza in loco qualora decidessero di recarsi in Messico: una disponibilità che, però, ha suscitato disappunto». «Ho appena appreso che la prossima settimana una delegazione della Farnesina – riferisce infine l’avvocato delle famiglie Russo e Cimmino – si recherà in Messico per incontrare le autorità locali e cercare di imprimere una svolta nelle indagini sulla scomparsa dei nostre tre connazionali». «Siamo stati abbandonati da tutti e questa è la sola cosa da fare per cercare di fare chiarezza sulla vicenda. Tutti i poliziotti coinvolti hanno confessato, non ci spieghiamo come mai ancora non conosciamo i nomi dei rapitori dei nostri familiari. Chiediamo alla Farnesina, al ministro Alfano e al presidente Mattarella di assisterci in questo nostro viaggio. Siamo persone civili e chiediamo umanità, ormai stiamo vivendo un incubo», hanno detto tra le lacrime i familiari dei tre napoletani che con i passaporti tra le mani hanno detto di voler partire alla volta del Messico per cercare i loro familiari. Intanto pero’ una delegazione della Farnesina, composta dal sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola e da due funzionari, si recherà la prossima settimana a Città del Messico per seguire più da vicino la vicenda.